Non rispettare le regole è costato caro, sia in termini di tempo perso che di soldi spesi. Tra il primo e il 23 giugno, ben 369 passeggeri sono sbarcati a Malta sprovvisti del tampone PCR per il COVID-19, documento indispensabile per poter essere accolti nell’arcipelago.
E questi 369 passeggeri – l’1,2 per cento del totale – sono stati costretti a mettere mano al portafoglio e a tirare fuori la carta di credito perché prima hanno dovuto pagare 120 euro per sottoporsi al PCR, e poi – in caso di positività al test – hanno dovuto sborsare 100 euro per ogni notte trascorsa al Marina Hotel Corinthia Beach Resort, a St. George’s Bay, per la quarantena obbligatoria.
Il danno dal punto di vista economico è stato ancora più consistente, perché i 100 euro pagati per stare chiusi in hotel non includevano cibi e bevande.
I viaggiatori attualmente devono presentare un certificato di vaccino riconosciuto o un test PCR negativo effettuato da non più di 72 ore prima del loro arrivo a Malta.
Le autorità sanitarie hanno già annunciato che dal primo luglio Malta riconoscerà il cosiddetto “green pass” dei turisti provenienti dai Paesi dell’Unione europea e dal Regno Unito.