È polemica all’università di Malta dopo che la scorsa notte lo stand di Moviment Graffitti presente per la “settimana delle matricole” all’ateneo è stato improvvisamente “sgomberato” da ogni locandina, gadget, depliant informativo legato alle campagne condotte dall’organizzazione, aborto compreso. Kunsill Studenti Universitarji (KSU) ha successivamente concesso alla Ong di tornare nella propria postazione, ma vietando agli attivisti di esporre qualsiasi articolo che menzioni il tema aborto.
«Nonostante il fatto che circa 500 persone a Malta, inclusi studenti universitari, accedano a servizi abortivi ogni anno, KSU ha definito l’argomento troppo “controverso” per essere trattato durante l’evento» ha affermato Moviment Graffitti in una nota, sottolineando come questa “censura” non solo alimenti il tabù sull’aborto, ma contraddica la natura stessa dell’università, che dovrebbe essere uno spazio dedicato alla libera discussione e al dibattito critico.
Inoltre, sottolinea la Ong, il Consiglio studentesco è membro dell’Unione Europea degli Studenti (ESU), che ha adottato una risoluzione a favore dell’accesso sicuro e legale all’aborto, il che rende la decisione del KSU ancora più problematica e inaccettabile secondo gli attivisti.
«Gli opuscoli presenti nel nostro stand contenenti informazioni sui servizi di pianificazione familiare, contraccezione e aborto sono completamente legali e sicuri» afferma Moviment Graffitti, sottolineando l’ipocrisia del KSU che, per almeno otto anni consecutivi e fino al 2023, ha accettato fondi dalla Life Network Foundation «per una posizione di rilievo durante la settimana delle matricole, dove ha attirato gli studenti con ciambelle e granite gratis in cambio di una disinformazione deliberatamente sbagliata sull’aborto. Ciò includeva la promozione della procedura senza fondamento e potenzialmente fatale della cosiddetta “inversione dell’aborto”».
La Ong ha affermato che, non solo le organizzazioni studentesche sono state relegate in una tenda affollata lontano dal cortile principale, ma KSU sta anche vigilando sul materiale fornito presso i vari stand «minando l’intero concetto di università come spazio sicuro per il dibattito e il pensiero critico». «Non è la prima volta che veniamo censurati alla settimana delle matricole, e di certo non ci fermeremo neanche ora davanti a questa censura. Rimarremo ancorati qui nella nostra lotta per la giustizia sociale» ha concluso Moviment Graffitti.
In risposta a queste accuse, KSU ha espresso disappunto per quelle che ha definito «affermazioni fuorvianti», dichiarando di lavorare instancabilmente per migliorare la vita degli studenti e negando qualsiasi motivazione finanziaria dietro le sue decisioni. Secondo il Consiglio studentesco, i fondi raccolti durante la “settimana delle matricole” sono fondamentali per finanziare numerosi progetti, come eventi culturali e artistici, campagne educative e il programma di sostegno agli studenti.
KSU ha inoltre sottolineato che, negli ultimi anni, sono stati introdotti cambiamenti per promuovere le organizzazioni studentesche, come la ricollocazione dell’area degli stand vicino alla biblioteca e la riorganizzazione delle postazioni. Ha affermato che Moviment Graffitti e Pulse (altra Ong che è intervenuta sulla vicenda) non hanno partecipato ai forum di consultazione organizzati prima dell’evento, scegliendo invece di criticare pubblicamente gli organizzatori solo dopo l’inizio della settimana.
Per quanto riguarda la questione aborto, KSU ha ribadito che quest’anno è stata presa la decisione di non consentire la partecipazione di entità che trattano il tema, né da una prospettiva pro-life né pro-choice. Il Consiglio ha spiegato che l’evento e gli stand non sono i contesti adeguati per affrontare questo dibattito con l’attenzione che merita e, nonostante le regole comunicate chiaramente, «Moviment Graffitti ha scelto di esporre contenuti pro-choice al proprio stand, provocando le accuse di censura».
KSU ha sottolineato la necessità di distinguere tra censura e la volontà di garantire che argomenti controversi siano discussi in un contesto che rispetti la loro complessità. Ha inoltre dichiarato di aver proposto a Moviment Graffitti e alla Life Network Foundation di allargare il dibattito attraverso l’Ufficio Politiche Sociali del KSU.