Chi è che non sogna di vivere sul mare svegliandosi la mattina lontano dal caos del traffico, cullati solo dal rumore della risacca, lo stridio dei gabbiani o il tintinnio delle vele delle barche che sbattono al vento?
Un sogno, a quanto pare divenuto realtà, per i proprietari della particolare abitazione avvistata lo scorso fine settimana nel tratto di mare tra Sliema e St. Julian’s, che ha destato molta curiosità tra i passanti, increduli di trovarsi di fronte a quella che sembra essere una vera e propria casa galleggiante.
In realtà, però, le cosiddette “houseboat” sono più diffuse di quanto si possa pensare, presenti ormai da diversi decenni nei mari e fiumi di diversi Paesi europei come Croazia, Germania, Spagna, Olanda, Portogallo e Inghilterra, ma anche Stati Uniti e Maldive, per citare degli esempi. In alcuni casi formano dei veri e propri quartieri urbani completamente galleggianti.
Nella vicina Italia, circondata dal mare e ricca di specchi d’acqua, la diffusione delle “houseboat” sembra farsi spazio ancora “timidamente”, ad eccezione della Sardegna dove pare che le case galleggianti siano diventate già da qualche tempo una solida realtà nel settore turistico/ricettivo, trasformandosi in veri e propri alberghi nautici. Anche in Puglia, sul Gargano, sono in atto delle iniziative volte a sviluppare nuovi segmenti di mercato, offrendo agli ospiti non solo un luogo in cui soggiornare, bensì un’esperienza a tutto tondo, in grado al contempo di valorizzare il territorio.
In questo senso il modello di riferimento sembra essere quello della Croazia, che conterebbe attualmente almeno seimila imbarcazioni adibite al turismo alberghiero nelle darsene nautiche, con un importante giro d’affari internazionale.
Chissà se anche Malta seguirà questo esempio.