La sosta selvaggia sulle strisce pedonali, in doppia fila, nei parcheggi destinati ai disabili o, peggio ancora, nei pressi delle rampe è un problema che non riguarda le normative ne tantomeno la burocrazia. Ma è semplicemente una questione culturale, di rispetto verso il prossimo. E Malta, da questo punto di vista, sembra ancora essere distante anni luce da una risoluzione.
Sono numerose, infatti, le segnalazioni di irregolarità immortalate dai telefonini e poi postate quotidianamente sui social, nel tentativo di sensibilizzare e spesso magari “educare” anche chi, educazione, non ne ha. Tra le più recenti, c’è una foto che ritrae un’auto parcheggiata impunemente davanti a una rampa di accesso alla strada che, di fatto, chiude ogni varco riservato a passeggini e in particolare ai disabili sulla sedia a rotelle.
La foto accompagnata dall’interrogativo «Ditemi come farò a passare?» è stata scattata e condivisa da Jeanesse Abela sul proprio profilo Facebook e sul gruppo “The Salott (RUBS)”, raccogliendo immediate reazioni di utenti indignati che hanno sottolineato “l’arroganza” dell’automobilista dato che è «impossibile non notare una rampa del genere», soprattutto considerando che si tratta di una strada e non un parco.
«Quando si inizierà a prendere sul serio queste situazioni? Quando inizieranno ad essere puniti i trasgressori?» incalzano gli utenti, molti dei quali chiedono maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine sulle strade locali.
C’è invece chi ironizza sull’atteggiamento di quelli che le multe le hanno prese davvero per aver trasgredito, ma si lamentano comunque perchè «le forze di polizia rubano i soldi alla gente». E poi i “negazionisti delle rampe”, che invocano la rimozione di quello scivolo perché «più avanti ce n’è un altro», mentre «questa rampa non conduce da nessuna parte ed occupa il posto di un’auto».
Infine c’è chi – saggiamente – suggerisce di fare una foto e inviarla alla LESA, affinchè il trasgressore possa essere sanzionato per davvero, senza perdere tempo a lamentarsi sui social sperando di cambiare le cose.