È stato il Presidente di Malta, Myriam Spiteri Debono, a chiudere i lavori della conferenza nazionale “State of the Nation” 2024, un sondaggio approfondito condotto da Vincent Marmarà e Lou Bondi su un campione di 1.064 maltesi, utile a fornire una “fotografia” della società attuale.
L’indagine ha esplorato una vasta gamma di aspetti che influenzano la vita dei cittadini maltesi, tra cui lavoro e prospettive professionali, famiglia, diritti e qualità della vita, religione, fede politica, identità nazionale e lingua, comunicazione, lavoratori stranieri e multiculturalismo, scala dei valori e divergenze generazionali e sociali.
Dai risultati è emersa una divergenza nelle percezioni dei diversi aspetti della vita tra le varie fasce d’età e livelli socio-economici. La famiglia continua ad avere un ruolo centrale, così come i legami con la cittadina d’origine. Le tradizioni nazionali, in particolare le feste di paese e il Venerdì Santo, rimangono importanti per molti cittadini così come la cucina locale, mentre il Carnevale è considerato l’evento meno significativo. Cala la popolarità dei giornali online maltesi giudicati, inoltre, per il 55% degli intervistati, con una linea editoriale mediocre, a vantaggio di Facebook e della Tv.
Spiteri Debono ha sottolineato il fatto che valori fondamentali come giustizia, libertà, uguaglianza e solidarietà siano ancora principalmente trasmessi in famiglia (75%). Al contempo, ha evidenziato l’importanza di rafforzare l’educazione a questi valori anche nelle scuole, ispirandosi ai metodi del Professor Edward de Bono, incentrati sulla filosofia del pensiero.
A far riflettere, un dato emerso dall’indagine in cui si indica che un terzo della popolazione mostra scarso o nullo interesse per la politica. Questo fenomeno ha trovato riscontro nelle recenti elezioni, dove si è registrato un alto tasso di astensionismo. Una “apatia” politica riscontrata in particolare tra i giovani, nonostante l’abbassamento dell’età del voto a 16 anni, le cui cause sono da indagare tra sfiducia nei partiti oppure la necessità di nuove alternative.
Il Presidente ha espresso preoccupazione per questa tendenza, soprattutto in un Paese piccolo come Malta in cui ogni cittadino riveste un ruolo importante per la collettività, «a maggior ragione quando vede che le cose non funzionano come dovrebbero».
Sul tema del multiculturalismo, il Presidente ha affermato di ritenere importante chiedere direttamente ai cittadini maltesi se sarebbero disposti a svolgere impieghi attualmente affidati a lavoratori stranieri, dato che il 55% dei locali ha indicato quest’ultimi come “necessari” per svolgere mansioni che a loro non piacciono ma, al contempo, ben il 37% dichiara di sentirsi a “disagio” con la mescolanza di altre culture e meno di un terzo degli intervistati ritiene gli stranieri “utili” allo sviluppo economico di Malta.
Pare necessario, quindi, anche per Spiteri Debono, comprendere meglio le dinamiche del mercato del lavoro locale e le aspettative dei maltesi che, di fatto, percepiscono alcuni lavori come al di sotto delle loro capacità o aspettative professionali e, parallelamente, si aspettano che siano gli stranieri ad occuparsene nonostante il “disagio”.
Quasi in controtendenza con la linea attuata dal governo negli ultimi anni, i cittadini maltesi coinvolti nel sondaggio hanno indicato nel comparto turistico-ricettivo quello in assoluto più importante per incrementare lo sviluppo economico del Paese (settore che dipende principalmente dalla manodopera straniera), seguito dalla ristorazione e dai servizi finanziari. Quello delle costruzioni è invece scivolato all’ultimo posto della classifica, insieme all’industria del Gaming e a quella cinematografica, fiori all’occhiello dell’esecutivo di Castille.
Tornando all’intervento del Presidente di Malta a margine della conferenza a Palazzo Verdala, Spiteri Debono si è detta “speranzosa” che i risultati dell’indagine possano essere utili a coloro alla guida del Paese, affinchè abbiano una comprensione più profonda delle esigenze e delle aspirazioni dei cittadini.