Si siedono a mangiare al tavolo e una volta finito il pasto vanno via senza pagare. È successo in un ristorante di St. Julian’s, di proprietà del noto chef maltese Sean Gravina.
Le cinque persone sono però state riprese dalle telecamere di sorveglianza interne, con Gravina che non ha esitato a pubblicare dei fotogrammi con i volti dei “colpevoli” su Facebook.
«Questi cinque italiani ieri hanno fatto un “dine and dash” nel mio ristorante – spiega lo chef nel post sul social – non sono interessato a riavere ciò che mi hanno rubato, mi interessa solo avvisare i ristoranti di St. Julian’s della loro presenza. Ristoranti che lavorano duramente per guadagnarsi da vivere, ristoranti che meritano di essere pagati per quello che servono. Se qualcuno li riconosce, chiami la polizia. Ancora una volta, non per il mio bene, ma per quello degli altri».
Il titolare del ristorante spiega inoltre di non aver remore per la pubblicazione dei volti delle persone coinvolte, affermando che il diritto alla privacy è stato perso nel momento in cui hanno rubato.
Nonostante Gravina specifichi che “potevano essere di qualsiasi nazionalità” e il discorso di fondo non sarebbe cambiato, subito nei commenti (non solo sotto questo specifico post, ma più in generale anche su altre pagine che hanno riportato la vicenda) si è abbattuta la gogna mediatica sull’italiano, in modo troppo generalizzato e tendenzialmente discriminatorio.
Qualche esempio? «Tipico degli italiani»; oppure un tanto semplice quanto eloquente “mafiosi”, come se il Bel Paese sfornasse criminali alla stessa velocità con la quale a Malta si scoprono casi di corruzione. E ancora: «Mandate questo alla conduttrice televisiva italiana Mara Venier, che è la prima a criticare i maltesi nel suo talk show».
Un utente ha addirittura consigliato al ristoratore di rivolgersi all’Ambasciata italiana, per tentare di identificare di responsabili, come fossero pericolosi criminali.
Un accanimento che stride con quanto si può leggere invece in altri commenti: i primi a condannare quanto subìto da Gravina sono stati proprio gli italiani stessi, alcuni dei quali si sono addirittura scusati a nome di chi ha commesso quel vigliacco gesto, in nome di un’onestà che secondo le parole riportate da altri cittadini locali non sarebbe di casa nella penisola.
Ovviamente non sono mancati i commenti in difesa degli italiani, volti a non fare di tutta l’erba un fascio. Tuttavia, a essere evidente è la tendenza a ghettizzare gli italiani a Malta, tutti quanti portatori di chissà quale colpa agli occhi dei “padroni di casa”.
Seppur, come ben sappiamo, non tutti si possano definire delle brave persone (noi stessi lo misuriamo ogni giorno in prima linea, bersagliati da alcuni commenti pregni di odio e cattiveria totalmente gratuita), ricordiamo che non sono solo gli italiani a comportarsi male, come dimostra il recente caso nel Regno Unito della cameriera costretta a pagare il conto dei clienti ad un tavolo che si sono alzati, andandosene senza saldare quanto dovuto. Purtroppo le persone senza alcun rispetto per il lavoro altrui non mancheranno mai, in qualsiasi parte del mondo, di qualsiasi cittadinanza. Ma puntare sempre il dito contro “l’ospite indesiderato” non è certamente un comportamento da applausi.
Contattato dalla redazione del “Corriere di Malta”, Sean Gravina non ha rilasciato dichiarazioni sulla vicenda, nonostante lo sfogo pubblico su Facebook.