Rimarrà inascoltata la campanella suonata quest’oggi a causa dello sciopero orchestrato dalla Malta Union of Teachers ed indetto a seguito del fallimento delle trattative per richiedere al governo migliori condizioni lavorative e salariali per gli insegnanti, lasciando vuoti i banchi di scuola di questo ultimo lunedì del mese di novembre.
Una «partecipazione schiacciante» secondo il responsabile del MUT Marco Bonnici che, ai microfoni del Times of Malta, ha raccontato come quest’oggi circa 35.000 studenti si sono uniti alla protesta disertando le lezioni, al fronte di “soli” 600 alunni presenti regolarmente tra i banchi di scuola.
Un tasso di adesione record quello riportato dal comunicato del sindacato che parla del 97% di insegnanti ed educatori di scuole statali e religiose che hanno deciso di unirsi a quella che lo stesso MUT ha definito una «manifestazione di sostegno al bene comune»:
«L’effetto dello sciopero si è potuto constatare anche durante l’orario di apertura delle scuole, quando gli ingressi delle scuole erano vuoti, senza la consueta presenza di educatori e studenti. La risposta è stata schiacciante con un tasso di partecipazione fino al 97%»
Una dimostrazione di forza da parte del corpo docenti e del sindacato che, circa due settimane fa, dinnanzi all’ennesimo fallimento delle trattative ha deciso di tutelarsi emanando una serie di direttive destinate agli insegnanti ed educatori di scuole ecclesiastiche e statali che invitavano ad astenersi dall’effettuare valutazioni, a prendere parte ad eventuali colloqui con i genitori e dal presentare i documenti per segnare le presenze, avvertendo come in mancanza di risposte lo sciopero sarebbe “sceso in piazza” nella giornata di oggi.
E così è stato nonostante diversi incontri che non hanno però portato alla metaforica fumata bianca con il governo che, spalle al muro, pochi giorni fa ha comunicato il piano di emergenza per garantire i servizi di supervisione degli studenti durante l’orario scolastico sfruttando il personale ausiliario e gli educatori sospendendo, però, attività extra-didattiche come il club pre e post scuola o il trasporto studentesco.
Un’iniziativa che ha di fatto bloccato le attività didattiche di quest’oggi, inasprendo ulteriormente il braccio di ferro già acceso dalle dichiarazioni di settimana scorsa rilasciate dal Ministro dell’Istruzione, Clifton Grima, che ha confermato la disponibilità del governo a sedersi nuovamente al tavolo delle trattative unicamente in caso di stop dell’azione sindacale indetta dal MUT.
Una posizione di fatto ribadita anche nella serata di ieri dal Primo Ministro Robert Abela che, definendo inutili le proteste portate avanti dalle associazioni degli insegnanti, ha confermato una proposta di un pacchetto salariale maggiormente competitivo rispetto a quello presentato 5 anni fa a seguito dell’ultima tornata di trattative sul contratto collettivo.
Una dichiarazione smentita proprio dal MUT che ha parlato di un «ampio divario» tra l’offerta del governo e le richieste del sindacato trovando, poi, il sostegno della Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che attraverso un comunicato di fuoco su Facebook ha dipinto quella di oggi come «una giornata nera per l’istruzione», soffermandosi in un secondo momento sulle dichiarazioni di Abela definite come un gesto di «bullismo nei confronti di migliaia di insegnanti» maltesi.