Nuova svolta nel caso delle “patenti facili” che ha travolto nell’ultimo anno Transport Malta (TM) e che vede sul banco degli imputati il direttore dei trasporti terrestri Pierre Montebello e il suo subordinato nonché direttore delle licenze per TM Clint Mansueto, insieme ai funzionari Philip Edrick Zammit e Raul Antonio Pace, accusati di corruzione e concussione in merito a presunti “favori” e facilitazioni sul conseguimento delle patenti di guida.
Gli ultimi elementi portati a galla dalle indagini degli inquirenti hanno fatto puntare i riflettori sulle numerose chat WhatsApp degli ultimi anni, attraverso le quali l’ex ministro dei Trasporti (ora degli Esteri), Ian Borg, il suo procacciatore Jesmond Zammit e il suo personale ministeriale avrebbero regolarmente esercitato pressioni su Clint Mansueto, fornendo i nominativi di diversi candidati, ai quali sarebbe stato concesso un “trattamento preferenziale” durante gli esami valevoli per l’idoneità alla guida.
Lo schema ricorrente prevedeva una regolare segnalazione di studenti alle prese per la prima volta con i test, oppure già respinti nel corso di pregressi tentativi, per i quali Montebello inviava un messaggino a Mansueto, spesso contenente la data e l’ora della prova, teorica o pratica, accompagnate da una raccomandazione e indicando, talvolta, alte autorità dell’azienda di trasporti maltese che si sarebbero esposte in favore dell’esaminando.
Tra i candidati con cui utilizzare “un occhio di riguardo” anche il figlio di Montebello stesso, emerso in una chat risalente a novembre 2020, e nei confronti del quale il direttore dei trasporti terrestri affermava: «mio figlio farà domanda giovedì, prenditi cura di lui per favore», trovando la risposta affermativa da parte di Mansueto.
Nella giornata di ieri Times of Malta ha offerto un retroscena che parla di come i due funzionari avrebbero iniziato a sentire “scricchiolare” questo sistema in ballo da diversi anni, con lo stesso direttore delle licenze che avrebbe avvertito Montebello di come il racket fosse ormai sfuggito dal loro controllo.
Tra gli oltre duecento nomi ritrovati dalle autorità nel diario rosso custodito da Mansueto compaiono alcuni “candidati di spicco”, quali la moglie dell’ex ministro Chris Cardona, alcuni profili raccomandati da Silvio Grixti, i figli dell’ex deputato laburista Gavin Gulia e dell’ex presidente della Planning Authority, Johann Buttigieg, alcuni parenti dei funzionari dell’assistenza clienti del gabinetto, potenziali elettori nei distretti ministeriali, il capo dello staff del ministro di Gozo, Clint Camilleri, e diversi dipendenti ministeriali.
Come riportato da Malta Today invece, proprio nelle ore in cui sono filtrare le indiscrezioni provenienti dalle chat WhatsApp e poco dopo l’incoraggiamento del primo ministro Robert Abela affinché Ian Borg continui a «persistere nei suoi sforzi nel campo della politica internazionale», una maratona di raccolta fondi organizzata dal Partito Laburista ha raccolto e portato nelle tasche del partito ben 441.530 euro, a differenza dei 250mila o poco più racimolati dal partito nazionalista.
Sempre nella giornata di ieri, proprio il ministro degli Esteri ha pubblicato un post su Facebook difendendo il proprio operato e affermando di aver sempre lavorato con Transport Malta rispettando i parametri della legge.
Di tutt’altro avviso sembra essere Bernard Grech che, intervenuto al programma Analiżi di NET TV, ha accusato il governo di essere disposto a tutto, anche di mettere a serio repentaglio la vita dei cittadini concedendo “licenze di uccidere” pur di assicurarsi di rimanere al comando:
«Questo scandalo è increscioso. Stanno giocando con la vita delle persone. Come riescono gli individui coinvolti a sentirsi con la coscienza a posto e permettere a qualcuno di guidare sulle nostre strade nonostante rappresenti un pericolo?»