Settimana scorsa vi abbiamo raccontato della conferenza stampa convocata da Robert Aquilina per chiedere giustizia e le responsabilità politiche delle persone coinvolte nello scandalo dei falsi certificati medici di invalidità, con il numero uno di Repubblika che ha inoltre chiesto una presa di posizione da parte del Primo Ministro Robert Abela.
Con nove giorni di ritardo è arrivata la chiosa del Premier che, stamani, ha confermato come il caso riguarderebbe 160 persone, 19 persone in più rispetto alle 141 citate dal Ministero delle Politiche Sociali, indagate per aver beneficiato dei fondi senza averne diritto e per aver preso parte a un «sistema sofisticato, pianificato e fraudolento» perdurato per anni e finalizzato a ottenere sussidi di invalidità fornendo, inoltre, certificati medici dichiaranti false e gravi disabilità, in particolare attacchi epilettici, beneficiando così di sussidi statali pur non riservandone diritto.
Imbeccato dalle domande dei giornalisti, Abela ha confermato come l’ex sindaco di Rabat Sandro Craus, uno dei funzionari presumibilmente coinvolti dalla vicenda, attualmente non ricopra più il ruolo di addetto all’assistenza clienti presso l’ufficio del Primo Ministro aggiungendo come, contrariamente a quanto riferito da Aquilina settimana scorsa, non vi siano i presupposti per pensare che nessun altro funzionario di Castille sia coinvolto dalla vicenda, come riportato da Times of Malta:
«Nessun deputato laburista, passato o presente, ha ordinato a qualcuno di commettere irregolarità. Probabilmente la stessa domanda andrebbe posta ai parlamentari nazionalisti»
Negli aggiornamenti precedenti, era emerso che questo sistema fraudolento avrebbe visto coinvolti funzionari di diversi ministeri governativi, dottori e politici, come nel caso dell’ex parlamentare laburista e medico di famiglia Silvio Grixti, le cui dimissioni del 2021 sarebbero state esortate proprio da Abela che, però, ha anche aggiunto come in quel momento avesse preferito astenersi dall’intraprendere ulteriori azioni per non correre il rischio di pregiudicare le indagini della polizia.
Nonostante ciò, però, proprio il Primo Ministro avrebbe preferito non commentare le recenti interrogazioni parlamentari, rilasciate dal giornale d’inchiesta The Shift, che avrebbero fatto emergere come, anche a seguito dell’addio al Parlamento, Grixti sarebbe figurato a busta paga del Governo per il ruolo di consulente.
Infine, in quella che sembra una risposta non troppo velata alle accuse di settimana scorsa mosse da Aquilina – «Primo Ministro, lei o qualcun altro che conosce è coinvolto? Quando l’ha scoperto ha denunciato?» – Abela ha confermato di aver esposto denuncia alla Polizia non appena venuto a conoscenza del primo caso e che «niente è stato nascosto sotto il tappeto» aggiungendo inoltre che le persone coinvolte sono e saranno perseguite, anche se Aquilina non sembra essere dello stesso avviso come si evince dall’ultimo post di Repubblika su Facebook.
Mentre le indagini e le ultime notizie fanno riferimento a 160 indagati, con il numero che sembra destinato ad aumentare col proseguire delle indagini, prima di congedarsi il Primo Ministro ha confermato l’avvio di un’indagine amministrativa che sarà prossimamente discussa in parlamento.