Durante una conferenza stampa convocata ieri da Robert Aquilina davanti alla sede del Primo Ministro in Piazza Castiglia, il Presidente della Ong Repubblika ha sferrato un duro attacco al governo, sollevando diversi interrogativi riguardo le responsabilità politiche sullo scandalo dei falsi certificati medici di invalidità portato alla ribalta da Times of Malta e confermato dell’ex deputato del Partito Nazionalista Jason Azzopardi con la pubblicazione di alcune e-mail provenienti dall’Ufficio del Primo Ministro.
Come ricordiamo, al centro dello scandalo vi sarebbe la figura dell’ex parlamentare laburista e medico di famiglia, Silvio Grixti, accusato di essere parte di un «sistema sofisticato, pianificato e fraudolento» perdurato per anni e finalizzato ad “aiutare” centinaia di persone, spesso residenti in alcune località note per essere roccaforti laburiste come Paola, Zejtun e Zabbar, a ottenere sussidi di invalidità senza riservarne diritto, fornendo certificati medici dichiaranti false e gravi disabilità, in particolare attacchi epilettici, permettendo così ai “furbetti” di beneficiare dei sussidi statali stimati mediamente attorno ai 450 euro mensili, per un raggiro che – almeno finora – avrebbe sottratto allo Stato (e quindi ai contribuenti) oltre 2 milioni di euro.
Aquilina ha definito lo scandalo dei certificati come parte di un “complotto” ordito da numerose figure che, per organizzare una frode di tale portata, necessitavano giocoforza dell’aiuto di diverse personalità politiche e funzionari governativi che dall’alto del loro ruolo avrebbero dovuto impedire l’esistenza di un giro d’affari simile invece di favorirlo:
«Potenzialmente sono state coinvolte fino a 800 persone. Si tratta di corruzione e frodi avvenute all’interno di dipartimenti e agenzie governative. Occorre garantire la responsabilità politica, come accade nelle vere democrazie, e che i membri del governo coinvolti vengano puniti. Al momento i pesci più grossi sono scappati»
In maniera pungente, il numero uno di Repubblika si è soffermato nel descrivere come un “assordante silenzio” quelle delle autorità maltesi che non hanno rilasciato conferenze stampa sul tema e non hanno richiesto alcuna inchiesta magistrale, spesso sollecitata in casi di minore rilevanza, e che secondo l’attivista sarebbe quanto mai utile per conservare prove come quelle potenzialmente contenute sui dispositivi elettronici di eventuali ministri e funzionari coinvolti.
Così, il quadro ridisegnato da Robert Aquilina ha puntato i riflettori su questo scandalo che chiama in causa numerosi medici professionisti che avrebbero firmato i certificati fraudolenti senza visitare i pazienti o, talvolta, dichiarando il falso in quanto consapevoli delle loro reali condizioni di salute.
Quest’ultimi, secondo l’attivista, sarebbero stati sapientemente indirizzati da funzionari, ministri e addirittura membri del dipartimento di assistenza clienti del Primo Ministro, come confermato anche da diversi indagati che hanno confessato di aver preso parte a questo giro di denaro, puntando il dito anche in direzione del Ministro della Previdenza Sociale Michael Falzon – «o era ignaro dell’esistenza di questo sistema e pertanto non adatto al suo ruolo oppure ne era parte».
Per questa ragione, dinnanzi ai presenti, Aquilina ha confermato inoltre l’impegno di Repubblika nel garantire che venga fatta giustizia e gettata luce sulle responsabilità politiche degli individui coinvolti, confessando inoltre di avere alcune domande da rivolgere proprio al Premier Robert Abela:
«Chi è politicamente responsabile di questo sistema? Lei o qualcun altro che conosce è coinvolto? Quando l’ha scoperto? Lo hai denunciato alla polizia? Chi sta proteggendo il commissario di polizia Angelo Gafà?»