Negli ultimi undici anni sull’arcipelago maltese si sono verificati in media due suicidi al mese, un numero decisamente elevato se visto in rapporto alla popolazione.
Le statistiche per nulla confortanti sono state diffuse dall’Ufficio del Commissario per i diritti delle persone con disturbi mentali del Ministero della Salute, in occasione della Giornata mondiale per la Prevenzione al Suicidio che ha avuto luogo sabato 10 settembre, una data riconosciuta a livello internazionale dal 2003, volta a sensibilizzare le persone riguardo alla prevenzione del suicidio.
Il tema scelto dall’Organizzazione mondiale della Sanità per il triennio 2021-2023 è “Creare speranza attraverso l’azione”, una frase per ricordare che esiste un’alternativa al suicidio invitando chiunque, ad ogni livello, ad essere parte attiva, infondendo speranza nei confronti delle persone che si trovano ad affrontare momenti “bui”, mostrando loro sostegno. Infine, per l’occasione, l’OMS ha voluto sottolineare l’importanza di inserire la prevenzione al suicidio come argomento prioritario nell’agenda dei Ministeri della salute pubblica di ogni Paese, in particolare in quelli dove l’accesso ai servizi di salute mentale e la disponibilità di interventi basati sull’evidenza sono già scarsi.
Per rimanere in tema, a Malta, in occasione appunto della Giornata mondiale per la Prevenzione al Suicidio, l’Ufficio del Commissario per la Salute Mentale ha rilasciato una dichiarazione sottolineando come ogni morte avvenuta per mano propria sia potenzialmente prevenibile.
L’età delle vittime negli ultimi undici anni variava da quelle inferiori ai 16 anni fino ad oltrepassare i 95 anni, con la fascia dai 40 ai 50 anni che è risultata essere la più colpita. L’83% dei decessi ha riguardato persone di sesso maschile, ed il 22% del totale era di nazionalità straniera.
Inoltre, sempre secondo le statistiche, negli ultimi sette anni, ogni vittima di suicidio al di sotto dei 65 anni di età ha perso in media 20 anni di vita produttiva.
«Ogni persona può passare attraverso un periodo vulnerabile in cui il suicidio può essere contemplato come un modo per sbarazzarsi di un dolore insopportabile e insormontabile. La prevenzione è un affare che riguarda tutti», si legge nel comunicato diffuso dall’Ufficio del Commissario per i diritti delle persone con disturbi mentali, che ha poi aggiunto come il suicidio non rappresenti solo una sfida per la salute mentale, bensì richieda anche un approccio congiunto da parte del governo e dell’intera società, a qualsiasi livello, compreso quello dei media, che attraverso diverse piattaforme possono svolgere un ruolo determinante nel cambiamento delle idee sbagliate, prevenute o stigmatizzate sul suicidio.
Le persone devono essere incoraggiate a parlare della loro salute mentale e a cercare un intervento ed un supporto appropriato: «Una società premurosa non dovrebbe permettere alle persone di sentirsi sole e di soffrire in silenzio. Parenti, amici, colleghi di lavoro, insegnanti non dovrebbero aver paura di sollevare l’ argomento se notano che qualcuno vicino a loro sta affrontando un momento difficile, soprattutto se emergono pensieri legati al suicidio» ha affermato il Commissario, sottolineando come questo possa essere davvero un primo passo importante per aiutare le persone a manifestare il proprio stato d’animo, oltre a rappresentare un’opportunità per incoraggiarle a cercare l’ assistenza necessaria.
«Prevenire è quasi sempre possibile e il suicidio può essere evitato», conclude il comunicato, suggerendo che gli sforzi legati alla prevenzione suicidio dovrebbero concentrarsi sull’identificazione precoce del rischio, anche attingendo ai numerosi strumenti e documenti disponibili non solo per i professionisti, ma anche per l’intera comunità, in modo che i cittadini siano autorizzati e preparati a rilevare e affrontare i comportamenti suicidi.
L’Ufficio del Commissario per la Salute Mentale ricorda che le persone che sentono di trovarsi in un momento di difficoltà possono chiedere aiuto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Mater Dei o al Dipartimento di Cure Primarie e chiedere aiuto a professionisti del Servizio di Salute Mentale.
Le persone che si trovano in profonda crisi e pensano a dei gesti estremi, oppure anche i famigliari che hanno subito il lutto di una persona venuta a mancare in queste circostanze possono chiedere aiuto al servizio di Prevenzione, Sensibilizzazione e Terapia del suicidio (SPOT) fornito su appuntamento al numero 2122 8333 (Victim Support Malta), oppure alla Linea di supporto 179 (FSWS) o al 1770 (Richmond Foundation).
A disposizione anche i siti web kellimni.com, Olli chat o Krizi, dove è possibile avviare delle conversazioni anche in forma anonima. Si può inoltre contattare il medico di famiglia o un centro sanitario, oppure parlare con una persona di fiducia. I funzionari pubblici possono richiedere l’aiuto dell’Employee Support Program (ESP).