È bastato un rapido passaparola sui social e mercoledì sera Triq Aldo Moro, a Marsa, si è riempita di amici e connazionali per una veglia in memoria di Ajay Shrestha, il rider ventottenne rimasto ucciso nel terribile incidente stradale solo poche ore prima.
Molte lacrime, ma anche rabbia e indignazione per la morte assurda di un ragazzo descritto come un membro importante dalla numerosa comunità nepalese presente a Malta, lo stesso Paese che aveva scelto per costruirsi un futuro professionale ambizioso e carico di aspettative, non solo per se stesso, ma anche in aiuto della famiglia d’origine rimasta in Nepal, e che non lo riabbracciava da quattro anni.
Aveva appena compiuto 28 anni quando mercoledì, un camion carico di detriti metallici, per motivi ancora al vaglio degli inquirenti, ha abbattuto un palo della luce ed invaso la corsia opposta sulla quale viaggiava lo scooter guidato da Shrestha, impegnato nella consegna di cibo a domicilio; un lavoro che si era reinventato a causa della pandemia pur di rimanere sull’isola, riportano i media locali in contatto con gli amici della vittima. Ed è proprio mentre stava lavorando che una tragica beffa del destino ha deciso di cancellare per sempre la sua giovane vita, portandosi via con sé anche i suoi sogni, sacrifici e progetti.
La storia di Ajay Shrestha ha scosso l’intera comunità che ha invaso il web di messaggi carichi di cordoglio e commozione, ma anche di rabbia nei confronti della “disattenzione” di una nazione che sempre più spesso non sembra accorgersi delle migliaia di pedoni, ciclisti, motociclisti ed automobilisti che ogni giorno rischiano letteralmente la vita percorrendo le strade maltesi non sempre note per essere luoghi del tutto sicuri.
La comunità nepalese, stretta nel dolore per la perdita di Shrestha (da tutti conosciuto come AJ), ha da poco lanciato una raccolta fondi per rimpatriare il corpo del giovane in Nepal, dove riposerà per sempre accanto alla sua famiglia. A causa dei costi di assicurazione e di rimpatrio, la comunità fa sapere che accetta qualsiasi aiuto. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Ambasciata nepalese a Londra, che si occuperà del coordinamento dell’operazione unitamente alla comunità nepalese locale.
Per chi volesse offrire il proprio contributo economico può farlo attraverso la piattaforma digitale della raccolta fondi.