Erano in tantissime le donne scese in piazza ieri a Valletta per partecipare alla marcia di protesta organizzata da Moviment Graffitti, Young Progressive Beings (YPB) e MGRM conclusasi davanti al Parlamento dove sono state ricreate delle toccanti scene di violenza.
La manifestazione mirava infatti a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cultura pervasiva della violenza contro le donne, le ragazze, le persone trans e non binarie nella società.
Il tutto, sulla scia del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che quest’anno aveva come tema la “Resistenza alla cultura della violenza”. Un termine – spiegano le attiviste – coniato negli anni ’70 per spiegare la normalizzazione della violenza contro le donne in tutte le sue forme: da quella fisica e sessuale a quella economica e psicologica.
«Una triste realtà che persiste anche al giorno d’oggi: la violenza contro le donne, i trans e le persone non binarie prospera nella nostra società, mascherata sotto l’apparenza di “scherzi” o “complimenti”» dichiarano i manifestanti, portando come esempio le avance sessuali, le molestie online, lo stalking e altre forme di violenza che si “infiltrano” nella vita quotidiana, perpetuate da atteggiamenti di una società che ignora, perdona o, peggio, incoraggia questi comportamenti.
«Mai come quando abbiamo ricordato Bernice Cilia, uccisa a sangue freddo l’anno scorso, vittima di femminicidio, questo è stato più chiaro. La nostra rabbia e la nostra delusione per la cultura e il sistema che hanno permesso la sua morte sono ancora presenti come non mai. Ancora oggi ci sono oltre 2.200 casi di violenza domestica in corso. Cosa stiamo aspettando?» rimarcano i manifestanti, che poi sottolineano come resistere alla cultura della violenza richieda un’azione collettiva, per evitare che chiunque debba ancora subire maltrattamenti di genere.
E, per concludere, un appello: «Dobbiamo continuare a sfidare il tessuto sociale che tuttora favorisce il perpetrare di queste ingiustizie».