Cittadini e agricoltori sono sul piede di guerra contro la cementificazione selvaggia di Zurrieq. L’associazione “Ghaqda Residenti taz-Zurrieq” ha infatti messo in scena una protesta contro un piano di zonizzazione che prevede la costruzione di nuovi blocchi di appartamenti su un terreno di 11 chilometri quadrati. La conferenza si è svolta sul luogo in cui dovrebbe sorgere la nuova opera edilizia.
Tra i presenti, molti residenti ormai stanchi di quella che considerano una vera e propria “distruzione ambientale”: «Siamo stufi di tutta questa speculazione – ha dichiarato Jan Camilleri, un cittadino del posto – sembra che la missione del governo sia distruggere Zurrieq, anche se le stesse cose accadono ovunque a Malta. Il terreno pubblico non deve essere venduto, come i terreni agricoli devono rimanere a chi li coltiva».
Ancora, l’agricoltrice Annalisa Schembri ha espresso tutte le proprie rimostranze sul progetto: «Perché l’agricoltura viene sempre ignorata dal governo? Non è un’attività importante? Essere agricoltore è già abbastanza difficile visto l’aumento dei prezzi e le sfide legate dal cambiamento climatico, figuriamoci dover preoccuparsi di perdere le terre che abbiamo coltivato per generazioni».
Secondo i manifestanti, il governo ha l’obbligo di rivedere i piani per garantire il benessere delle comunità. A tal proposito, i manifestanti hanno invitato il Primo ministro Robert Abela a trascorrere una giornata in loro compagnia, per vedere con i propri occhi le difficoltà causate dalla continua cessione di lotti di terra al settore edilizio.
A fare rabbia è stato anche il silenzio che ha avvolto il progetto negli ultimi due anni. Nessuno infatti pare essere stato a conoscenza del destino di quei terreni.«E i nostri diritti umani? E la nostra salute mentale? – ha commentato Robert Bondin Carter, un altro agricoltore – Durante la pandemia, tutti si aspettavano che gli agricoltori andassero a lavorare per garantire l’approvvigionamento di cibo. Ora siamo tornati ad essere ignorati e maltrattati. Ora è arrivato il momento di proteggere i nostri terreni, modificando i piani locali».
Il progetto è stato destinatario di oltre mille obiezioni, compresa quella del Consiglio locale. Secondo Matthew Borg, un esponente dell’Ong, qualche passo verso una risoluzione delle criticità sarebbe già stato compiuto, con il Ministero dei Terreni che avrebbe affermato come i terreni saranno utilizzati per scopi sociali e comunitari.
«Anche se questo è un passo incoraggiante, riteniamo che le condizioni che permettono la modifica della destinazione d’uso di vaste aree di terreno debbano essere cambiate» ha affermato l’Ong, aggiungendo: «I Piani Locali sono vecchi di 18 anni e non sono più adatti alle realtà odierne. Se il progetto diventasse realtà, a Zurrieq si ridurrebbe la qualità della vita». L’associazione ha poi concluso affermando che continuerà nel suo lavoro volto a preservare la bellezza di Zurrieq, dichiarandosi disposta a collaborare con le autorità a patto che dimostrino interesse in questo senso.