Un residente di Sliema ha stampato e affisso sessanta cartelli in giro per le strade della cittadina per dire stop al turismo cafone. «Una società migliore dipende da ognuno di noi e dalla nostra buona volontà» dichiara a mezzo social David Pace O’Shea, dopo aver diffuso il post della personale iniziativa che mette al bando la gente che circola in costume da bagno nelle vie della località, aggiungendo che anche altre persone starebbero condividendo la stessa idea.
Infatti, a seguire, Pace O’Shea pubblica un altro post con copia della lettera inviata due giorni fa al sindaco, alla giunta comunale di Sliema e al commissario di polizia firmata dal lui stesso in rappresentanza di altri 42 residenti, in cui spiega che il problema di chi circola in costume da bagno nelle aree urbane è peggiorato di anno in anno mettendo sempre più a disagio i residenti del posto tra i quali è aumentato anche il senso di rabbia e frustrazione.
Oltre ad essere illegale secondo l’articolo 338 del Codice Penale, chi passeggia in abiti poco “etici” nelle strade cittadine viola il rispetto del decoro urbano, pertanto i sottoscrittori hanno chiesto alle autorità competenti che vengano intraprese azioni a riguardo come quella di installare cartelli nelle zone residenziali simili a quelli già da loro affissi, oppure avviare campagne social o comunicazioni indirizzate ad hotel e operatori turistici/studenti di lingue circa «il dress code da adottare nelle nostre strade», poiché si tratta di un’iniziativa «in linea con il turismo di qualità che il nostro Paese sta cercando di attrarre».