Oltre al rischio di venire espulsi da Malta, molti bambini figli di famiglie extra comunitarie regolarmente a Malta, ma con redditi bassi, non possono frequentare le scuole pubbliche.
Ancora bufera sui 22 bambini extracomunitari che rischiano di venire deportati per basso reddito delle famiglie di appartenenza.
Katarina Aksentijevic ha dovuto aspettare con sua figlia in Serbia per due anni prima di potersi ricongiungere col marito a Malta. Ora lo spettro della deportazione rischia di dividerli di nuovo.
La loro bimba di otto anni non possiede il foglio blu.
Un mese fa le era stato conferito per poi venire negato a distanza di una settimana. Senza quel foglio è purtroppo impossibile venire iscritti a scuola e ricevere un’istruzione.
Sebbene la bambina abbia una baby sitter le manca il confronto con i coetanei. Ovviamente le sta mancando però anche una corretta educazione scolastica in un’età critica per lo sviluppo cognitivo.
È solo uno dei casi, riportati dal quotidiano in lingua inglese Times of Malta, di quei genitori che stanno vedendo i loro figli “messi alla porta” dal governo a causa di redditi considerati insufficienti per vivere nel paese.
Ricorsi esaminati capillarmente – ma senza garanzia di accesso alle scuole
Il portavoce di Identity Malta ha affermato che le decisioni sulle domande di permesso di soggiorno possono essere contestate presso la Commissione di ricorso per l’immigrazione. La loro commissione esamina ogni caso singolarmente.
Identity Malta Agency tiene conto di tutte le circostanze rilevanti e si riserva di rifiutare domande incomplete o non ammissibili.
La risposta delle famiglie però lascia poco spazio di interpretazione sulla loro opinione: i documenti sarebbero a posto e l’unico elemento discriminante sarebbe appunto il reddito.
Secondo Times of Malta non meno di 12 bambini hanno perso il primo trimestre scolastico, ma le stime dell’attivista Patricia Graham sono anche più elevate e preoccupanti.
Ora i genitori che hanno presentato ricorso attendono di sapere se ci saranno quantomeno delle altre opzioni di scolarizzazione.
Perché gli ingranaggi burocratici girano sì, ma coi loro tempi. E la scuola non aspetta certo chi resta indietro.