Forse qualcuno si stupirà, forse qualcun altro no. Ad ogni modo la fonte è autorevole, si chiama Transparency International ed è una organizzazione non governativa che si occupa di corruzione, non solo di quella politica, nei Paesi dell’Unione europea.
Di recente ha realizzato una indagine dalla quale è emerso un dato: un maltese su tre ha ammesso di aver sfruttato amicizie e relazioni personali per avere una corsia preferenziale nell’accesso ai servizi pubblici. Scuola, sanità, burocrazia: per scavalcare gli ostacoli, dunque, il 33 per cento dei maltesi ha preferito farsi “raccomandare”.
Stando allo studio di Transparency International, le persone hanno fatto ricorso ai rapporti di “amicizia” per ottenere i benefici della sicurezza sociale (33%), per l’ingresso in una scuola pubblica (32%), per accedere all’assistenza sanitaria (31%), per trattare con la polizia (32%) o sistemare i documenti di identità (28%).
Dalle interviste effettuate sono emersi altri elementi interessanti: un quarto delle persone ritiene che la maggior parte, o tutti, i dirigenti aziendali siano corrotti; più della metà teme che ci sarebbero ritorsioni se si denunciassero i casi di corruzione.
Va detto, comunque, che la situazione a Malta è nettamente migliore che in molti altri Paesi della UE: in ben 11 nazioni il tasso di “raccomandazioni” è abbondantemente superiore.
Come, ad esempio, la Repubblica Ceca con il 56% ha la percentuale più alta di persone che ammette di utilizzare i propri contatti per i servizi pubblici; mentre l’Estonia, con il 12%, ha il tasso più basso. L‘Italia è al 30%.
«L’Unione europea è spesso vista come un bastione dell’integrità – ha affermato Delia Ferreira Rubio, presidente di Transparency International – ma questi risultati mostrano che i Paesi rimangono vulnerabili agli effetti insidiosi della corruzione».