Altre scosse di terremoto di magnitudo superiore a 3.5 sono state registrate al largo delle coste dell’arcipelago tra le 5:00 e le 7:30 di ieri mattina. Prosegue dunque, per fortuna senza creare danni o disagi, lo sciame sismico iniziato mercoledì 18 gennaio con epicentro nel mare a sud di Malta, con i due episodi più forti registrati alle 5:21 (4,7) e alle 16:54 (4,9).
Secondo i dati forniti dall’Istituto italiano di geofisica e vulcanologia (Ingv), Le scosse di ieri mattina, sono state rilevate a 10 chilometri di profondità.
In merito alla situazione è intervenuto Raffaele Azzaro, responsabile dell’Unità funzionale pericolosità sismica dell’Ingv di Catania – Osservatorio Etneo, che ha rassicurato: «quella zona non desta particolari preoccupazioni».
«Questi terremoti sono localizzati lungo la fascia del rift del Canale di Sicilia, un’area dalla tettonica distensiva che corre tra Pantelleria e Malta. Nella sua area più settentrionale abbiamo manifestazioni vulcaniche date da Linosa Pantelleria e altri complessi vulcanici sottomarini, mentre nella parte meridionale, che si trova a Sud di Malta, non abbiano conoscenza di zone vulcaniche ed è proprio qui che si sono verificati i 4 terremoti di ieri. Questa fascia è ben conosciuta per una sismicità di questo tipo, di valore moderato, con scosse che non superano magnitudo 5 e che sono anche tutto sommato poco frequenti, non proprio rare ma neanche comuni» ha spiegato l’esperto ai microfoni di Meteoweb, sottolineando che fenomeni del genere si registrano ogni decina di anni circa.
Azzaro, ha infine ricordato che in passato l’arcipelago è stato colpito da terremoti che hanno provocato importanti danni, «ma erano fenomeni che si verificavano in un’altra zona, quella della Sicilia o nel basso Jonio. Il terremoto peggiore di Malta è stato quello del 1693 con epicentro nella Val di Noto».