È tempo di premiazioni per i vincitori dell’edizione 2023 del premio per il giornalismo Daphne Caruana Galizia, indetto nel dicembre 2019 dall’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo, e conquistato quest’anno dall’indagine condotta da un consorzio greco-britannico-tedesco sul naufragio dell’Adriana avvenuto lo scorso 14 giugno al largo delle coste greche e costato la vita a più di 600 migranti.
A raccogliere il premio durante la cerimonia andata in scena nella Sala Stampa dedicata proprio alla reporter maltese nella sede di Strasburgo del Parlamento Europeo, quindi, l’agenzia investigativa greca Solomon, l’emittente pubblica tedesca StrgF/ARD e il quotidiano britannico The Guardian, autori dell’inchiesta congiunta che ha appurato le responsabilità della Guardia costiera greca nella tragedia avvenuta a 47 miglia nautiche da Pylos, smascherando inoltre le numerose incongruenze emerse dalla versione fornita dalle autorità elleniche.
Presenti alla consegna del riconoscimento vi erano la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, il Vicepresidente responsabile del Premio, Pina Picierno, e Juliane Hielscher, numero uno del Club della Stampa di Berlino nonché rappresentante dei 28 membri della giuria indipendente europea.
Come riportato all’interno del comunicato pubblicato sul sito del PE, proprio la presidente del parlamento eurostellato, raccontando come il premio nasca dall’esigenza di onorare la storia di Daphne Caruana Galizia e la sua lotta per la verità, ha voluto dedicare un pensiero ai molti giornalisti “messi a tacere” in ogni parte del globo:
«I giornalisti di tutto il mondo continuano a essere presi di mira solo per aver svolto il loro lavoro, ma si rifiutano di farlo. Questo Parlamento è al loro fianco in questa battaglia di lunga data per salvaguardare la libertà di stampa e il pluralismo dei media in Europa e oltre»
Durante il periodo in cui era attivo il bando, dal 3 maggio al 31 luglio 2023, all’attenzione del Parlamento Europeo sono arrivate oltre 700 storie di giornalisti provenienti dai 27 Paesi UE, 12 delle quali sono state selezionate per il premio finale vinto poi dall’unione di giornalisti greco-britannico-tedesca.
A conquistare la giuria la minuziosità dell’indagine sul peschereccio, con gli autori che hanno realizzato più di 20 interviste e passato al setaccio gli atti giudiziari e i documenti della Guardia costiera, facendo emergere inoltre come le autorità greche avrebbero a più riprese ignorato alcune offerte di aiuto e svariate richieste di salvataggio e che, anzi, secondo le testimonianze, durante il tentativo mai confermato di trainare il peschereccio avrebbero contribuito a farlo affondare.
A sostegno delle tesi dei giornalisti che hanno condotto l’indagine, gli eventi di quel tragico 14 giugno sono stati ricostruiti da Forensis attraverso una simulazione 3D interattiva del naufragio di Pylos grazie ai dati estrapolati dai diari di bordo dell’autorità costiera e dalle testimonianze, tenendo inoltre in considerazione traiettorie di volo, dati sul traffico marittimo, immagini satellitari e prove video fornite dalle navi da trasporto vicine.
Intervistato da Newsbook, Stavros Malichudis di Solomon, uno dei giornalisti vincitori del premio finale si è dichiarato “onorato” dell’accostamento del proprio nome a quello dell’indimenticabile giornalista maltese, aggiungendo inoltre:
«Questo premio riconosce il desiderio dei giornalisti di continuare il loro lavoro anche quando si trovano ad affrontare pressioni»