La frutta e la verdura maltesi sono tra le più a rischio in Europa sulla presenza pesticidi oltre i limiti consentiti.
A sostenerlo, già da alcuni anni, è l’autorità europea per la sicurezza alimentare. Gli ultimi dati, risalenti al 2016, hanno confermato una tendenza in crescita sulla presenza di sostanze chimiche utilizzate dagli agricoltori: a Malta un quinto dei prodotti potrebbe superare i limiti consentiti.
Il pericolo è stato rilanciato a più riprese dal Times of Malta, che ha dato spazio a studi effettuati anche a livello locale e alle azioni legali intraprese a livello di Unione Europeo contro un certo numero di agricoltori maltesi.
Nell’ultima indagine di EFSA (European Food Safety Authority) sono stati testati 178 campioni di frutta e verdura provenienti dal mercato maltese, ovvero 41 ogni 100 mila abitanti, e tre quarti dei quali coltivati in loco. Alla fine sono stati rinvenuti 700 tipi di pesticidi e altre 147 tipologie di differenti sostanza chimiche tra tutte le varietà di frutta e verdura osservata al microscopio, e per 56 di queste tipologie sono emerse quantità eccedenti i limiti consentiti, ossia presenti a livelli considerati pericolosi per la salute.
Un esempio riportato per evidenziare la situazione critica di Malta riguarda le pesche: di questo frutto 23 campioni sono stati trovati con quantità di pesticidi in eccesso, e circa la metà di questi è di provenienza maltese.
Restano ora da capire gli sviluppi della situazione negli ultimi anni, ma a prescindere resta raccomandabile informarsi su quali sono i prodotti e le provenienze più a rischio.