Una mappatura “volontaria” dei manufatti di proprietà privata ma di importanza storica nazionale. È la proposta del ministro dell’Agricoltura Anton Refalo, secondo il quale il governo dovrebbe stilare un registro degli oggetti di rilevanza storica presenti sull’arcipelago, anche se appartenenti a collezioni private o comunque in possesso dei cittadini.
«È importante che il governo sappia quali sono i manufatti presenti in ogni casa, che fanno parte del patrimonio nazionale» ha affermato Refalo a Times of Malta.
Questa ipotesi sembra però avere radici ben più lontane rispetto ai pensieri del ministro. Una simile procedura era infatti già stata ipotizzata nel 2002 quando venne fondato Heritage Malta, l’ente governativo che si occupa della tutela del patrimonio culturale dell’arcipelago.
Refalo però si è spinto oltre, affermando che «tutti i beni di importanza storica dovrebbero essere goduti da tutti, non solo quelli che si trovano i musei».
E come fare per rendere fruibili anche quelli privati? Con il sequestro? Oppure con l’obbligo di esporli regolarmente in occasione di mostre ed eventi? Non è dato saperlo, dal momento che il ministro non ha fornito dettagli sulla sua particolare concezione del bene privato. Per Refalo però una cosa è certa: le Ong e i privati cittadini dovrebbero presentare di propria sponte l’elenco dei manufatti in loro possesso, se parte del patrimonio nazionale. Seguendo quali criteri? Anche questo dettaglio al momento non ha trovato risposta.
A esplicita domanda avanzata dal quotidiano in lingua inglese, Anton Refalo ha affermato che questa sorta di censimento non servirebbe però per identificare il possesso illegale di reperti storici e manufatti da parte dei cittadini.
Rimanendo in quest’ultimo contesto, nel febbraio del 2022 proprio il ministro Refalo (che oltre a essere un politico è anche un noto collezionista d’arte) è finito nell’occhio del ciclone quando nella sua casa di Qala era stato individuato un manufatto risalente al diciannovesimo secolo, una sorta di “contrassegno” in pietra dell’epoca britannica con incise le lettere “VR”, presumibilmente riferite alla Regina Victoria.
Questi tipi di reperti storici sono ormai molto rari. La maggior parte risulta in gran parte dispersa, danneggiata o rubata, e i preziosi ancora esistenti rappresentano un patrimonio artistico di grande valore anche economico, il cui possesso è considerato illegale.
La bizzarra vicenda era emersa a seguito di alcune immagini postate sui social network da alcuni membri della famiglia Refalo, che mostrarono pubblicamente il reperto storico in questione, situato all’interno del giardino della proprietà del ministro dell’Agricoltura, nonchè ex presidente di Heritage Malta.
Sulla vicenda, Refalo era stato interrogato dalle forze dell’ordine dopo che avevano ricevuto effettiva conferma della presenza del reperto presso la sua proprietà da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, ma da allora non si è saputo più nulla. Lo stesso pare aver sostanzialmente glissato le domande avanzate dal giornalista del ToM.
La legge maltese prevede multe salatissime e gravi procedimenti penali, fino all’incarcerazione, per i casi di appropriazione illecita del patrimonio artistico.