L’incremento dei contagi da COVID-19 ha portato alla chiusura di scuole e al ripiego sulla didattica a distanza. Ma è un’alternativa non adatta a tutti: per i ragazzi con difficoltà cognitive la strada è talmente in salita da indurli ad abbandonare le lezioni . E le famiglie non hanno nemmeno l’aiuto dei centri di supporto terapeutico, anch’essi rimasti chiusi.
Parlando a nome della National Parents Society of Persons with Disability, Karen Buttigieg indica come soluzione la possibile apertura di alcuni istituti pianificando dei turni, per piccoli gruppi che ne facciano richiesta, con le dovute misure di sicurezza per salvaguardare bambini e assistenti.
Lo scorso anno molti studenti hanno dovuto rinunciare alle lezioni, e senza adeguato programma di recupero continuerebbero ad accumulare lacune. Inoltre molti ragazzi, disabili e non, sono in età di sviluppo cognitivo, col rischio di subire danni disastrosi nel tempo.
“Non ignoriamo la crisi sanitaria – ha detto la Buttigieg – ma se questa situazione persiste, dovremmo trovare modi sicuri per mantenere i servizi in funzione. Molti genitori hanno paura per ciò che è accaduto un anno fa, quando i loro figli sono stati dimenticati, visto che con la chiusura dei servizi terapeutici sono rimasti senza supporto”.
Per certe famiglie, poi, tenere tutto il tempo i figli disabili a casa rasenta l’impossibile.
“Per alcuni genitori – prosegue la Buttigieg – mandare i figli a scuola è un’ancora di salvezza, anche se per un paio di giorni alla settimana”.
La questione è estesa non solo ai centri di apprendimento per bambini in età scolare, ma anche ai centri per adulti con disabilità.
Questo tipo di servizi non è considerato essenziale per la popolazione. Può capitare, infatti, che il disabile sia adulto e ancora dipendente dai genitori. Cosa accade quando questi sono anziani o disabili a loro volta e per giunta senza un sostegno?
Intanto i centri che forniscono servizi terapeutici ai bambini portatori di handicap dovrebbero rientrare tra quelli indispensabili, ha dichiarato al Times of Malta Samantha Pace Gasan, Commissario per i diritti delle persone con disabilità (CRPD): “Alcuni studenti non riescono a far fronte all’apprendimento online, in particolare in situazioni in cui il bambino ha difficoltà con la propria capacità di attenzione o forme più gravi di disabilità intellettiva”.