Ora basta. È l’urlo che arriva da artisti, promotori, produttori, fornitori, educatori culturali e tecnici, tutti raggruppati nella Malta Entertainment Industry and Arts Association, nata lo scorso anno.
Gli addetti ai lavori del settore dello spettacolo e dell’intrattenimento hanno organizzato una manifestazione per il 24 giugno, a Valletta, in St. George’s Square (alle 19), per protestare contro le restrizioni COVID-19 ritenute ingiuste e discriminatorie.
La contestazione è esplosa dopo che la scorsa settimana il governo ha annunciato che gli eventi di massa riprenderanno il 5 luglio ma solo per coloro che sono completamente vaccinati. La partecipazione è inizialmente limitata a 100 persone, che diventeranno gradualmente 200 nell’arco di un mese. Le disposizioni prevedono che gli eventi possano svolgersi sia all’interno che all’esterno, ma al chiuso gli organizzatori devono controllare chi entra e chi esce.
Per la Malta Entertainment and Arts Association, le regole sono troppo vincolanti; il malessere è dovuto anche al fatto che le richieste di una «riapertura sostenibile, responsabile e controllata per tutti» non sono mai state prese in considerazione da parte delle autorità sanitarie e politiche.
Nel corso della manifestazione in programma il 24 giugno, gli addetti ai lavori chiederanno l’elaborazione di piano di riapertura sostenibile fino alla fine dell’anno, in maniera tale da dare la possibilità di pianificare gli eventi e medio e lungo termine.
La protesta, spiegano gli organizzatori della “rivolta”, non mette assolutamente in discussione la priorità della tutela salute, ma alla luce dei contagi quasi inesistenti e della massiccia campagna di vaccinazione, non c’è alcun motivo logico per bloccare l’intero settore delle arti e dell’intrattenimento.