Il Parlamento europeo punta il dito contro Malta.
E lo fa con l’approvazione di una risoluzione (635 si, 46 no e 12 sono astenuti) che suona come un pesante atto di accusa nei confronti della classe politica maltese.
A trascinare il Paese sotto la luce dei riflettori dell’Europa è l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, assassinata nell’ottobre del 2017. Secondo quanto emerso finora, alla decisione di ucciderla avrebbero preso parte non solo criminali di consolidata fama, ma anche uomini politici importanti legati a doppio filo con faccendieri con pochi scrupoli.
Un quadro inquietante arricchito di recente dalla presenza di spie nella polizia che hanno provato a condizionare le indagini rivelando informazioni top secret agli indagati. Questo scenario – ancora in inquietante evoluzione – ha indotto l’assemblea di Strasburgo a mettere nero su bianco una certa apprensione per ciò che accade a Malta.
«Il Parlamento europeo – si legge nella risoluzione – è profondamente preoccupato per le ultime rivelazioni nelle indagini sull’assassinio di Daphne Caruana Galizia, in particolare per il possibile coinvolgimento di ministri del governo o di persone con incarichi politici; riconosce i progressi compiuti nelle indagini sugli omicidi; ribadisce, tuttavia, che le recenti rivelazioni sollevano nuove domande sul caso e sulle relative indagini».
Contro la risoluzione hanno votato i quattro deputati laburisti, ma è proprio al governo guidato da Robert Abela che l’europarlamento ha rivolto un appello affinché metta in campo «tutte le risorse necessarie per assicurare alla giustizia ogni individuo implicato nell’omicidio di Caruana Galizia»
Il deputato laburista Alex Agius Saliba, che nei giorni scorsi aveva invitato a votare “no” contro la risoluzione, sul suo profilo Facebook ha commentato così l’atto di accusa del Parlamento europeo:
«Questa risoluzione non rende giustizia alle grandi riforme che il nostro Paese ha portato avanti soprattutto negli ultimi mesi per rafforzare ulteriormente le nostre istituzioni. È ingiusta e inappropriata in un momento in cui sono in corso numerose indagini e processi importanti; presenta anche un’immagine falsa e distorta della realtà politica e giudiziaria di Malta oggi».
Di tutt’altro tenore, ovviamente, la chiave di lettura dei due deputati del Partito Nazionalista, Roberta Metsola e David Casa: «La risoluzione chiarisce che il problema di fondo non è il popolo di Malta ma il governo che, non solo ha alti funzionari implicati in corruzione, riciclaggio di denaro, rapine e omicidi, ma è lo stesso governo che protegge coloro che sono coinvolti in tali crimini».