Come se non bastassero i risvolti inquietanti emersi fino ad oggi, nelle ultime ore l’omicidio di Daphne Caruana Galizia si arricchisce di nuovi elementi.
La sensazione è che si voglia fare una gran confusione finalizzata ad evitare che chi ha davvero ordinato ed eseguito la condanna a morte della giornalista possa farla franca.
L’ultimo in ordine di tempo a intorbidire le acque è stato Melvin Theuma, accusato di aver fatto da intermediario tra i mandanti e gli assassini.
Ai giudici Theuma ha dichiarato di aver saputo che anche la massoneria ha preso parte alla pianificazione del delitto della cronista, al punto da aver pattuito il pagamento di 100mila euro al pentito Vince Muscat.
I soldi però non sarebbero mai stati intascati da Muscat perché nel frattempo era finito in carcere insieme ai fratelli Alfred e George Degiorgio, considerati finora gli esecutori materiali dell’omicidio. L’uomo d’affari Yorgen Fenech è, invece, considerato il mandante.
Dunque, dopo i politici anche i massoni avrebbero partecipato alla eliminazione della coraggiosa giornalista brutalmente giustiziata con un’autobomba nell’ottobre del 2017.
Le parole di Theuma hanno suscitato la reazione la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE), che amministra le due logge inglesi dei massoni a Malta. In una dichiarazione ufficiale, i vertici dell’UGLE hanno respinto con fermezza l’ipotesi di un loro coinvolgimento nella morte di Daphne.
La Gran Loggia ha comunque invitato in la polizia a disporre qualsiasi tipo di indagine perché i componenti non hanno nulla da temere.