Circa 40 stranieri ogni mese vengono espulsi da Malta perché riconosciuti come immigrati privi delle necessarie autorizzazioni.
Le espulsioni sono frutto di un lavoro costante della sezione Immigrazione della polizia, impegnata in ispezioni in tutto il Paese e nel controllo degli arrivi in aeroporto: 20 stranieri ogni mese vengono infatti bloccati direttamente dopo l’atterraggio e rispediti al loro Paese di origine.
Come riportato dalla televisione di Stato TVM, l’ispettore Frankie Sammut della sezione Immigrazione racconta di non fare distinzioni sulla base del colore della pelle o del luogo di provenienza, ma di attenersi soltanto a quanto indicato dalla legge: naturalmente si parla sempre di cittadini extracomunitari, in quanto tra gli Stati dell’Unione Europea vige la libera circolazione di persone e merci.
Le persone espulse vengono scortate fino all’aereo sul quale vengono poi imbarcate e dirette verso il loro paese. Lo scorso anno, sono state espulse 529 persone verso 30 diversi paesi, mentre nei primi quattro mesi del 2019 le espulsioni sono arrivate a quota 157.
Le ispezioni riguardano anche gli immigrati che hanno ricevuto asilo in Italia e poi raggiungono Malta via mare o per via aerea: tutti loro possono rimanere nell’arcipelago come turisti soltanto per tre mesi.
L’ispettore Sammut ha raccontato che ci sono casi in cui la polizia copre le spese del volo perché la persona non ha denaro, mentre in altri casi viene concesso un periodo di tempo per lasciare l’isola a proprie spese: il tempo, magari, di vendere un mezzo di trasporto acquistato a Malta per accumulare i soldi necessari all’acquisto dei biglietti aerei.
Le persone che contestato l’ordine di espulsione, infine, hanno il diritto di fare ricorso in tribunale. Ma fino al momento in cui non viene presa una decisione definitiva vengono trattenute nel centro di detenzione di Hal Safi.