«Siamo frustrati e preoccupati». È con queste parole che si apre il comunicato stampa di Rota in reazione al progetto della nuova infrastruttura stradale proposto da Infrastructure Malta tra St. Julian’s, Swieqi e Pembroke, trapelato nei giorni scorsi su alcuni quotidiani locali e del quale la Ong impegnata a sostenere e promuovere l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo si è dichiarata completamente estranea.
«Non siamo stati consultati ed è attraverso la fuga di notizie di Malta Today che vediamo per la prima volta un accenno dei piani» si sfoga Rota che, pur riconoscendo che si tratti ancora di una prima bozza in fase di modifica, «non possiamo ignorare il fatto che ancora una volta il progetto va in una direzione completamente opposta a quella a cui Malta dovrebbe puntare».
Secondo quanto riportato dai media locali, per aumentare la sicurezza e l’efficienza del traffico lungo la St. Andrew’s Road, i piani prevedono la sostituzione dei semafori con una rotatoria al di sotto di un cavalcavia dove verrà realizzato anche un nuovo anello stradale su un terreno non edificato, oltre ad un passaggio pedonale sopraelevato.
«La natura auto-centrica del concetto e il suo impatto negativo sulla mobilità attiva devono essere messi in discussione. Al giorno d’oggi dovremmo dare la priorità al movimento delle persone rispetto alle auto», continua Rota, evidenziando di non aver riscontrato nella bozza del progetto alcuna presenza dei criteri di coesione, immediatezza, sicurezza, comfort ed attrattività, i 5 principi sui quali dovrebbe essere basata la progettazione per l’infrastruttura ciclabile.
Ed è proprio da qui che nasce la frustrazione nella mancanza di coinvolgimento di tutte le parti interessate nella progettazione di una infrastruttura creata per i cittadini: «È impossibile per i pochi volontari di Rota rincorrere e controllare ogni permesso, cercando di capire cosa sta succedendo dai frammenti di informazioni che riusciamo a trovare».
E poi ancora: «Chiediamo solennemente di essere inclusi nelle consultazioni fin dalle prime fasi di progettazione, insieme ai Consigli locali e agli altri stakeholder, prima che sia troppo tardi, per assicurarci insieme che il progetto sia pianificato in modo olistico, con una distribuzione equa dello spazio per tutti gli utenti della strada senza ripensamenti» scrive Rota.
A questo proposito, basandosi sul progetto di Infrastructure Malta scovato online, la Ong ha presentato le proprie proposte consultabili sul loro sito web, che prevedono l’inserimento di connessioni sicure tra le varie località in modo coeso anche per i cittadini che utilizzano soluzioni non motorizzate come le biciclette.
«I limiti del Paese non sono in grado di gestire tutto questo flusso crescente di traffico automobilistico che il nostro modello di trasporto induce, ed è ora di iniziare a cercare approcci sistemici verso modalità di trasporto efficienti dal punto di vista dello spazio» conclude Rota, aggiungendo che «Oggi più che mai, Malta ha bisogno di infrastrutture alternative. Possiamo fare di meglio nel 2023!».