Il braccialetto elettronico potrebbe presto essere utilizzato non solo per gli indagati, ma anche – e forse soprattutto – per le presunte vittime dei reati. È quanto ha dichiarato mercoledì in Parlamento il ministro degli Interni, Byron Camilleri.
Il concetto è semplice, e riprende un disegno di legge già presentato nel 2021 e discusso nell’ottobre dell’anno successivo: dare la possibilità alle vittime di essere tracciate dalle forze dell’ordine, e poter chiedere aiuto in tempi più brevi rispetto a una telefonata alla polizia.
L’intenzione del governo è assoggettare i responsabili di determinati reati con pena non superiore a un anno, a indossare il braccialetto elettronico, estendendo però la tecnologia anche alla parte lesa, ovviamente su base volontaria. Nei casi di violenza domestica – specifica Times of Malta – un ulteriore dispositivo d’emergenza supplementare darà la possibilità alle forze dell’ordine di localizzare la persona che lo indossa che, a sua volta, potrà lanciare una richiesta d’aiuto semplicemente premendo un pulsante.
Il braccialetto elettronico sarà utilizzato anche in caso di ordini restrittivi, o quando un tribunale emette un ordine di protezione temporanea nei casi di violenza domestica. Secondo il disegno di legge, i dispositivi possono anche essere utilizzati sui prigionieri a cui è concesso un permesso d’uscita dalla prigione e su quelli in libertà condizionale, tranne coloro accusati di reati gravi, nonostante le richieste sollevate in tal senso da parte di alcuni giudici.
Il governo dovrebbe presentare a breve un emendamento al disegno di legge attuale, proprio per implementare il tracciamento delle potenziali vittime mentre, parallelamente, sempre Camilleri ha affermato che il bando di gara per la fornitura delle apparecchiature è giunto nelle fasi finali.