“Chiudete il Mediterraneo Marine Park”: è il grido lanciato da decine di manifestanti, che nella giornata di sabato 19 novembre hanno marciato verso il parco marino di Baħar iċ-Cagħaq chiedendone la revoca della licenza e la chiusura definitiva.
Presente alla manifestazione organizzata da quattordici Ong, anche Claria Cutajar, esponente di Moviment Graffitti secondo cui il Mediterraneo Marine Park (MMP) avrebbe tentato di insabbiare la morte di tre delfini, avvenuta in circostanze misteriose lo scorso anno. Proprio la scoperta del decesso dei mammiferi marini avrebbe dato il via alle proteste.
«Chiediamo al ministro per i diritti degli animali Anton Refalo e al segretario parlamentare Alicia Bugeja di smettere di ignorare quanto avviene nell’MMP, che non può essere classificato come zoo. È un circo con soli interessi finanziari, e a Malta i circhi sono vietati. Quella struttura va chiusa» ha affermato Cutajar nel corso della manifestazione.
La protesta, presidiata da una decina di poliziotti, si è svolta a suon di slogan e cartelli, come “il vostro divertimento è la nostra tortura”, “fermate gli abusi” o “svuotate le vasche”.
Secondo Katya Borg di Animal Liberation Malta: «Luoghi come questo trasmettono ai bambini il messaggio che le persone hanno il diritto di vedere gli animali selvatici eseguire trucchi per l’intrattenimento. Salutare e posare per i selfie non è naturale per un delfino».
Contro il parco marino si è scagliata anche Real Animal Rights Foundation, per bocca di Romina Frendo, chiedendo ai genitori presenti se gli andasse bene che i propri figli nuotassero con “prigionieri psicologicamente distrutti”.
A chiedere la chiusura del parco, come dicevamo prima, è un fronte ben più ampio composto da quattordici Ong da tempo impegnate nella campagna conto l’MMP. Le polemiche sono iniziate la scorsa estate, quando la struttura non avrebbe diffuso la notizia del decesso di tre delfini se non una volta messa alle strette dagli attivisti, per poi giustificarle come un incidente.
Secondo il comunicato di Moviment Graffitti, il parco avrebbe tentato di nascondere la morte degli animali parlando di un loro trasferimento in Spagna, salvo poi essere smentito dai risultati di un’indagine svolta dal Commissario per il benessere degli animali che aveva affermato che i delfini erano deceduti a causa di avvelenamento da piombo, mettendo in luce gravi negligenze da parte del parco. «MMP sosteneva che si era trattato di un incidente “una tantum”, ma in realtà ci sarebbero stati altri otto delfini deceduti, portando il triste totale a undici animali morti» conclude la nota, sottolineando che ad oggi ancora nessuna azione è stata intrapresa nei confronti della struttura.
Secca ed immediata la reazione del Mediterraneo Marine Park, che ha accusato le Ong di aver «ripetuto diverse bugie sulla base di pratiche ed informazioni obsolete risalenti agli anni ’80», affermando poi: «Il parco segue rigidi standard e regolamenti in linea con le più recenti direttive dell’UE. Questo è un settore altamente regolamentato e prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità. Gli spettacoli dei delfini al Mediterraneo Marine Park sono educativi e siamo assistiti da un veterinario che ci aiuta a proteggere quotidianamente il benessere degli animali».
La struttura ha poi negato che le morti accidentali dei delfini avvenute lo scorso anno siano state tenute nascoste: «Abbiamo immediatamente segnalato i decessi alle autorità e condotto indagini trasparenti che hanno identificato cosa è andato storto: avvelenamento da piombo causato da attrezzature severamente vietate utilizzate da un subacqueo esterno che stava pulendo una delle piscine. Abbiamo adottato misure per garantire che questa tragedia non si ripeta».