Mentre a Malta tutto sembra pronto ad accogliere Papa Francesco in visita domani e domenica a Valletta, non si ferma l’emergenza umanitaria che coinvolge i migranti in fuga dalla Libia.
Infatti, appena un giorno prima dell’arrivo del Pontefice, la nave Sea-Eye ha dichiarato in un comunicato che si appellerà allo Stato insulare per accogliere i migranti soccorsi nelle acque maltesi in questi giorni.
Questa settimana è, infatti, risultata tristemente colma di impegni per i soccorritori della Sea-Eye che si sono trovati, in un primo momento, a soccorrere 74 persone (di cui 22 bambini) alla deriva nel Mediterraneo a seguito di una richiesta di aiuto recapitata nel pomeriggio di mercoledì.
A questi si aggiungono, inoltre, i 32 migranti portati in salvo dalla nave portacontainer “Karina” martedì e che, attualmente, fanno accrescere il numero di soccorsi a 106 individui. I profughi salvati, come dichiarato proprio da Sea-Eye, provengono da Egitto, Nigeria, Sudan, Sud Sudan e Siria.
🔴 Starkes Statement eines ukrainischen Kapitäns für die Genfer Flüchtlingskonvention! 💪
Kapitän Vasyl Maksymenko rettete mit der Crew des Containerschiffs #KARINA am Montag 32 flüchtende Menschen bei 4 Meter hohem Wellengang aus einem Holzboot. Sie verbrachten 3 Tage auf See. pic.twitter.com/3zk4KDlp6d— sea-eye (@seaeyeorg) March 30, 2022
Nonostante l’incessante lavoro dell’ONG tedesca che ha permesso a diversi migranti di trovare “un’ancora di salvezza”, si apprende con amarezza come l’esito delle ricerche effettuate a seguito di un’altra chiamata di emergenza segnalata da Alarm Phone nella notte di mercoledì che, però, non ha avuto successo ed è stata intervallata da un’altra serie di telefonate.
A tal riguardo, proprio il presidente di Sea-Eye ha esternato attraverso un comunicato l’importanza e le difficoltà concernenti i salvataggi intercorsi nelle ultime ore: «Se le persone non fossero state salvate in tempi celeri sarebbe stato improbabile ritrovare dei sopravvissuti, in quanto, negli ultimi giorni queste acque sono state colpite da forti cambiamenti climatici».
Per quanto riguarda i 106 tratti in salvo dalla “Karina”, invece, sarebbero da diverse ore bloccati nelle acque maltesi ove, però, sembrano rimanere evidenti le tensioni degli ultimi anni tra ONG e le autorità maltesi accusate dalle prime di aver respinto a più riprese i richiedenti asili in fuga nel Mediterraneo.
A tal riguardo, proprio il Pontefice si era espresso nella giornata di mercoledì affermando come la questione “immigrazione” sarà al centro della sua visita a Valletta spiegando, inoltre, come Malta sia oggi “più impegnata ad accogliere i fratelli e le sorelle in cerca di rifugio” tanto che, tra le tappe chiave della sua visita vi sarà il centro di accoglienza Giovanni XXIII Peace Lab ad Ħal Far.
Al momento, però, le speranze delle ONG e degli stessi migrati riversate nella visita del Papa non si sono confermate, con l’RCC di Malta (Rescue Coordination Centre) che ha invitato Sea-Eye a richiedere assistenza al suo stato di bandiera, la Germania, in assenza di accordi o di un piano di sbarco sulle coste maltesi.
A tal riguardo, proprio il presidente di Sea-Eye, Gorden Isler, ha confermato in queste ore la volontà del RCC di negare le proprie responsabilità, affermando che nel caso «una nave maltese avesse bisogno di aiuto nel Baltico o nel Mare del Nord, la RCC tedesca non rifiuterebbe l’aiuto».
Come riferito qualche ora fa sempre da Gorden Isler tra le righe del comunicato di Sea-Eye, permane la speranza che la visita del Pontefice possa smuovere la situazione: «Forse un appello inequivocabile del Papa al governo maltese può far sentire Malta, in quanto stato più vicino all’UE, responsabile di 106 persone in cerca di protezione».
🚨 3️⃣ Notfälle in 2️⃣4️⃣ h!
⭕ Nur einem Boot in Seenot mit 74 Menschen konnten wir helfen.
🔴 Ein Boot bleibt vermisst. Das Schicksal von 90 Menschen ist ungewiss. pic.twitter.com/T7yWU9mbzx— sea-eye (@seaeyeorg) March 31, 2022