Ha superato l’ultima votazione in Parlamento con 37 voti favorevoli e 30 contrari, la controversa riforma delle inchieste “magistrali”, così viene chiamato a Malta il metodo che consente ai cittadini, direttamente o tramite avvocato, di presentare un esposto all’autorità giudiziaria circa presunti illeciti, affinché la magistratura possa valutare se ricorrano ipotesi di reato e, nel caso, avviare le indagini.
Il disegno di legge numero 125 tanto criticato dall’opposizione e dalle Ong della società civile, modifica in modo significativo il processo di richiesta per l’avvio di un’inchiesta magistrale, eliminando di fatto il diritto dei cittadini di rivolgersi a un magistrato. D’ora in avanti, chi sospetta illeciti, dovrà prima sporgere denuncia alla polizia e attendere sei mesi prima di poter fare richiesta alla Corte penale, che deciderà se l’inchiesta dovrà essere avviata.
Sebbene nella fase di discussione siano stati apportati dei cambiamenti al sistema presentato lo scorso febbraio dal Premier Abela e dal ministro della Giustizia Attard, come la nomina degli esperti giudiziari che sarà ora a carico del magistrato inquirente insieme al Capo della Magistratura, non si sono placati i contrasti tra i due lati della Camera e anche all’esterno del Parlamento dove, nel frattempo, era in corso una manifestazione di protesta al grido di “Mafia”.
Se per Attard queste modifiche erano necessarie al fine di rendere l’iter più “responsabile”, varie Ong ed attivisti hanno da sempre sollevato forti preoccupazioni sull’indebolimento dello stato di diritto con violazione dei principi della Costituzione di Malta, dei diritti dei cittadini e del diritto dell’Unione Europea.
Commentando a caldo l’approvazione della legge, il leader del Partito Nazionalista Bernard Grech ha dichiarato: «Oggi il pubblico ha ricevuto un’ulteriore prova evidente di un governo che utilizza il Parlamento per calpestare i diritti delle persone e mettere a tacere chiunque osi chiedere responsabilità. Un governo che abusa chiaramente della maggioranza che detiene in Parlamento. Robert Abela sta dimostrando quanto si senta accerchiato, al punto da temere i cittadini stessi e da scrivere leggi per impedire loro di scoprire la verità».
Grech ha poi aggiunto che l’opposizione ha combattuto la riforma votando tre volte contro in Parlamento, a differenza del governo che «ha scelto di proteggere sé stesso e i politici corrotti anziché i diritti dei cittadini».
Ora che la legge è stata approvata, l’ultimo passo resta la firma del presidente della Repubblica, affinchè entri ufficialmente in vigore. Tuttavia, l’opposizione ha già dichiarato che continuerà a battersi contro la riforma, indicando che la prossima opportunità per cambiare questa legge sarà alle urne, quando i cittadini potranno esprimere il loro giudizio sul governo e sulle sue politiche.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
Il Corriere di Malta è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato