Ironicamente l’isola della blockchain e del gamin on-line ha uno dei più bassi tassi in Europa per i pagamenti con carte di credito.
A confermare la resistenza nei confronti di carte di credito e simili in favore di monete e banconote è uno studio commissionato da Mastercard e dalla Camera di Commercio per la piccola e media impresa (GRTU).
I risultati non sembrano lasciare spazio a equivoci: a Malta il 40% delle spese viene effettuato in contanti.
A tal proposito il Presidente di GRTU, Paul Abela, indica il pagamento delle commissioni alle banche come principale causa di questa resistenza. Gli esercenti affermano infatti che i profitti non sarebbero abbastanza alti da giustificare l’utilizzo del pagamento elettronico.
Il sondaggio, eseguito da Grant Thornton, si è basato su un campione di 550 consumatori e 140 commercianti e ha messo in evidenza che sebbene il 57% dei cittadini riconosca l’utilità delle carte solo il 23% degli intervistati le ha effettivamente utilizzate.
I pagamenti effettuati tramite carta di credito nell’isola e dall’isola rappresentano complessivamente il 16% di cui ben il 56% per transazioni con l’estero. Un quantitativo davvero irrisorio se paragonato alle medie europee.
Pur restando sempre valida l’opzione del pagamento col denaro in forma “fisica”, non viene meno l’utilità dei pagamenti elettronici nella lotta all’evasione fiscale, senza scordare l’importanza per un paese in cui il settore turistico è tanto trainante come nel caso di Malta, di offrire sempre l’alternativa del pagamento con carta di credito.
In questo ambito, almeno per il momento, Malta decisamente non è ancora al passo con gli altri paesi dell’Unione, ma c’è da chiedersi se la possibilità di imporre una tariffa sulle transazioni in contanti per scoraggiarne la preferenza, come suggerito da Paul Abela, possa davvero rappresentare un’alternativa auspicabile.