Anche a Malta gli agricoltori sono scesi in piazza per protestare contro le politiche dell’Unione Europea che minacciano il sistema di sostentamento della categoria.
Così, questa mattina, un lungo corteo di trattori, furgoni e mezzi agricoli ha percorso circa dodici chilometri partendo da Ta’ Qali e attraversando le cittadine di Attard, Mosta, Lija, Birkirkara, Msida e Pietà fino a giungere a Floriana, dove è stata indetta una conferenza stampa.
Guidati dall’organizzazione “Għaqda Bdiewa Attivi”, sostenuta da altri vari operatori della catena alimentare locale, gli agricoltori maltesi si sono uniti alla scia di lamentele sollevate dai “colleghi” di tutta Europa circa i rincari delle materie prime, dei costi dell’energia, di fertilizzanti e pesticidi, sistemi di tassazione, cambiamento climatico e altri fattori che minano i guadagni dell’intero comparto agricolo. A Malta molto più che nella vicina Sicilia.
Sì perché, secondo quanto dichiarato da Peter Agius, esponente del PN e candidato all’europarlamento che sta sostenendo la protesta, «Il contadino maltese è una razza che rischia di essere annientata» provocando il collasso dell’intero comparto agricolo locale che sarà così costretto a dipendere totalmente dalle importazioni.
L’Europa utilizza il 40% del suo budget per sovvenzionare la produzione degli agricoltori in ciascun Paese, ma poco vale «se gli strumenti europei non vengono utilizzati abbastanza bene» e si mette a rischio il mercato.
Agius ha sottolineato che gli agricoltori locali ricevono meno sussidi diretti sui prodotti rispetto a quelli siciliani, rimandando ulteriori specifiche alle “prossime settimane”, ma domandandosi: «Come possono competere i maltesi se poi i costi sono maggiori e i siciliani sono meglio supportati?».
Con cartelli appesi ai trattori al grido di “Niente agricoltori, niente cibo, niente futuro” e “L’Europa uccide i suoi contadini”, il comparto agricolo locale ha espresso preoccupazioni anche rispetto alle discriminazioni circa i prodotti importati dai Paesi terzi, che non essendo soggetti a politiche di controllo restrittive come quelle richieste dall’Ue, vengono acquistati ad un costo più competitivo, creando quindi ulteriori discrepanze nel mercato locale già in difficoltà. Lamentele direttamente palesate anche al Primo Ministro Robert Abela, presente a Floriana.
PN: «Il governo ha il dovere di lottare per ottenere migliori pacchetti finanziari dall’Ue»
In un comunicato a margine della protesta degli agricoltori di questa mattina, il Partito Nazionalista ha rimarcato l’importanza di offrire priorità e sicurezza al comparto alimentare locale, poichè «Se gli agricoltori se ne vanno, perderemo i prodotti più freschi che possiamo avere e tutto ciò che fa parte della nostra produzione locale».
Come Agius, anche il leader del PN Bernard Grech ha evidenziato il problema dei costi molto più alti che gli agricoltori maltesi devono sostenere anche per importare i prodotti da utilizzare per i loro raccolti, nonostante le sovvenzioni dell’Ue.