Sono più di 20.000 i lavoratori stranieri arrivati nell’isola negli ultimi anni, ma ancora di più sono quelli necessari per consentire all’economia di continuare a correre.
Clyde Caruana, responsabile dell’agenzia di lavoro di Stato JobsPlus, raccogliendo proposte sui requisiti della forza lavoro a Malta ha riscontrato che per soddisfare la domanda dei datori di lavoro sono necessarie ancora migliaia di risorse.
Tutto ciò nonostante gli sforzi compiuti da JobsPlus per massimizzare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, che ha portato sull’isola migliaia di stranieri e favorito un incremento dell’occupazione locale. Almeno così si è temporaneamente risolto il problema dei datori di lavoro che non riuscivano a completare i propri organici incontrando i giusti potenziali dipendenti con le competenze necessarie.
Ma la ricerca di nuovi lavoratori stranieri risulta fondamentale per dare nuovo impulso a un’economia che già di per sé risulta in costante crescita: di ben il 6,4% negli ultimi quattro anni, una cifra ben superiore alla media dell’Unione Europea.
Solo l’anno scorso Malta ha registrato un incremento netto di 10.500 posti di lavoro rispetto all’anno precedente, una tendenza che non mostra segni di cedimento. Adesso il numero è in leggero calo dopo le elezioni, ma secondo Caruana tutto riprenderà a crescere una volta che il governo inizierà ad attuare il programma di nuovi interventi presentato nei mesi scorsi, a partire dai grandi progetti infrastrutturali.
L’esecutivo Muscat ha garantito 700 milioni di euro per rifare tutta la rete stradale dell’isola in sette anni, ma anche pianificato di rinnovare diversi ospedali e realizzare nuovi edifici di lusso. Ma per fare ciò Malta ha un disperato bisogno di lavoratori.
La domanda è: da dove arriveranno? Caruana ritiene che una soluzione potrebbe essere quella di “importare” i disoccupati europei per soddisfare le esigenze dell’economia locale attraverso accordi bilaterali potrebbero che potrebbero essere raggiunti con Paesi in cui la disoccupazione è alta.
Un altro elemento di riflessione è la rapidità con cui molti stranieri, dopo essere arrivati, hanno lasciato il Paese. Secondo le statistiche sull’occupazione compilate da JobsPlus, questo caso riguarderebbe la stragrande maggioranza dei lavoratori stranieri che sono entrati negli ultimi anni: meno di un decimo delle migliaia di lavoratori stranieri arrivati a Malta fino al 2010, infatti, sono ancora oggi presenti nell’isola.
Il bicchiere mezzo pieno, per l’economia locale, è che tutti questi hanno lavorato e pagato le tasse, senza però aver maturato contributi per la pensione: per lo Stato rappresentano quindi più una risorsa che un onere.