Cresce la pressione sul procuratore generale Victoria Buttigieg che, ormai da qualche giorno, ha tra le mani lo scottante rapporto d’inchiesta sulla 17 Black, in cui vengono raccomandate azioni legali nei confronti di due ex alti funzionari governativi, Keith Schembri e Konrad Mizzi, e almeno altre tre persone più diverse aziende.
Pressioni motivate dal fatto che la Buttigieg non condivide a favor di popolo i risultati della suddetta inchiesta, in cui di mezzo ci sono soldi – vagonate di soldi – dei contribuenti, finiti nelle tasche di chissà chi. Sarà l’inchiesta a suggerirlo e il tribunale a condannare gli eventuali colpevoli, però la gente, ora, ha sete di conoscere quei risultati, pertanto al centro delle critiche c’è finito inevitabilmente anche il Primo Ministro Robert Abela, capo del Governo, reo di non ottemperare ai suoi doveri per “nascondere la verità”.
Durissima, infatti, la reazione del Partito Nazionalista che ha chiesto l’immediata pubblicazione del suddetto rapporto d’inchiesta «senza ulteriori indugi, in modo che il popolo possa conoscere l’entità della corruzione e del furto subito». A tal proposito, ha sollecitato il Primo Ministro Robert Abela affinchè prenda i dovuti provvedimenti per recuperare i 450 milioni di euro «rubati al popolo». «Se non agirà, saremo pronti a farlo una volta al governo», ha dichiarato il PN, attribuendo il merito dell’avvio del procedimento a Simon Busuttil, David Casa e l’Ong Repubblika, con l’assistenza del legale Jason Azzopardi.
Nel comunicato firmato dal ministro ombra della Giustizia, Karol Aquilina, il PN “spera” che l’inchiesta «non finisca nelle mani di Robert Abela, consentendogli di manipolarla per i propri interessi politici, come ha fatto abusivamente e illegalmente con il rapporto su Vitals e Steward», perché, «se ciò dovesse accadere, combatteremo questo palese abuso attraverso azioni e procedure nelle Corti e nelle strade del nostro Paese».
Pertanto, sin da ora, l’opposizione ritiene il Procuratore Generale responsabile della mancata pubblicazione così come di qualsiasi azione non intrapresa nei confronti degli individui che secondo i risultati dell’inchiesta dovrebbero essere perseguiti legalmente.
«Nonostante gli ostacoli e l’incompetenza della Buttigieg, ci aspettiamo che l’Ufficio del procuratore generale svolga i propri compiti nel modo più organizzato, professionale e serio per garantire che nessun responsabile della corruzione verificatasi sfugga alla giustizia» afferma Aquilina.
«Abbiamo avuto la prova che la centrale elettrica Electrogas è un monumento alla corruzione e l’ennesima conferma che questo governo è corrotto ad ogni livello» incalza Bernard Grech in una dichiarazione al vetriolo affidata ai social.
«Ora sappiamo con chiarezza che il progetto della centrale elettrica Electrogas non riguardava l’energia, ma la corruzione, elaborato dai massimi esponenti del Partito Laburista, tra cui Konrad Mizzi e Keith Schembri, sotto le istruzioni di Joseph Muscat, insieme a persone come Yorgen Fenech e altri. Questa cricca ha truffato il popolo con un contratto da 450 milioni di euro» prosegue il leader del PN, invitando il Premier Abela a “rispettare i suoi obblighi”, ovvero «agire immediatamente e garantire che ciò che è stato rubato venga restituito alla gente».
La Ong Repubblika, ha voluto ricordare che è stata Daphne Caruana Galizia «a smascherare la società segreta 17 Black e la sua sporcizia», ricordando che la giornalista «ha pagato con la vita il suo impegno contro la corruzione che sta distruggendo Malta».
Inoltre, esprimendo parole di apprezzamento nei confronti di «coloro che si sono battuti affinché questa indagine venisse portata avanti, in particolare Busuttil, Casa e Azzopardi», ha colto l’occasione per avvertire il Primo Ministro Abela che «resisteremo a qualsiasi suo tentativo di privarci del diritto come cittadini di richiedere un’indagine della magistratura dove avvertiamo vi siano illeciti», perchè «senza questo diritto, nessuna indagine del genere avrebbe mai avuto luogo».
Sul caso si è espressa anche il presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, che su X ha affermato: «Dopo anni di insabbiamenti, bugie, offuscamento e disumanizzazione, dopo anni di attacchi da parte dello Stato contro chiunque si pronunciasse contro la corruzione, abbiamo fatto un passo avanti verso una parvenza di giustizia».
Il Partito Laburista ha definito le dichiarazioni sopracitate rilasciate dal ministro ombra della Giustizia, Karol Aquilina, una palese dimostrazione di «come molti nazionalisti siano così disperati dalla brama di potere tanto da aizzare le folle e minacciare di portarle in piazza».
Secondo il Partito al governo, è bene «lasciare che le istituzioni facciano il loro lavoro», e il Premier Abela «non avrà paura delle minacce di un politico disperato come Aquilina» che «ha avuto «uno dei suoi soliti attacchi di fanatismo».
«Il Primo Ministro lascerà che le procedure legali facciano il loro corso e che i tribunali e le istituzioni lavorino in completa libertà affinché giustizia sia fatta correttamente» dichiara il PL, criticando pure quello che ha definito un recente e sostanzialmente ipocrita “riavvicinamento” tra Karol Aquilina e Jason Azzopardi solo con la volontà di «riversare un’ondata di odio contro il Governo laburista e il Procuratore Generale». «Nella loro follia di voler gestire il Paese, hanno perso la testa» ha concluso il Partito Laburista.
In questo marasma di dichiarazioni divenuto, a quanto pare, uno scontro politico in cui a perderci, alla fine dei conti – non dimentichiamocelo – è l’intero Paese e la sua reputazione in termini di lotta contro la piaga della corruzione che lo affligge, rivolgendosi al PL, il partito all’opposizione chiosa: «se non ha nulla da nascondere, perché non ha ancora dichiarato pubblicamente che l’inchiesta su 17 Black e i Panama Papers debba essere pubblicata senza ulteriori ritardi?».
(photo credits: Victoria Buttigieg, DOI / Jason Borg, Robert Abela, DOI / Omar Camilleri)
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