Quattro membri dell’associazione EMA (emittenti di moneta elettronica) hanno visto chiudere repentinamente i loro conti maltesi tra settembre e ottobre di quest’anno.
L’innovazione spaventa, fa tremare realtà consolidate costringendo all’adattamento i soggetti presenti sul campo, mentre nuove variabili si fanno strada in uno scenario che non può giocoforza restare lo stesso.
Gli istituti di credito maltesi non sono nuovi a rifiuti e ripensamenti sulle innovazioni: se n’è parlato qualche settimana fa a proposito dell’improvviso dietrofront per investimenti sulla cannabis per uso terapeutico.
Oggi è il turno della moneta elettronica. Nata nel 2009, oggi è particolarmente usata dai clienti che hanno difficoltà di accesso nel mondo creditizio, ma necessitano di esercitare semplici operazioni di pagamento come bonifici o carte di debito, aprendo un conto, ad esempio, presso Revolut, Postepay, Paypal o la maltese Em@ney.
Citiamo questi nomi unicamente perché sia chiaro quali tipologie di enti possano emettere servizi basati su questo genere di pagamenti.
Riguardo il “come” la BOV ha deciso: un passo indietro su conti che erano stati precedentemente accettati.
Cosa stabilisce la PSD2?
L’articolo 36 della PSD2 stabilisce equo trattamento per i Prestatori di servizi di pagamento, tra cui gli emittenti di moneta elettronica. Detti Prestatori sono istituti finanziari regolamentati e regolati dalle medesime autorità competenti che si esprimono su altri istituti di credito (Central Bank of Malta e MFSA).
A causa della loro ridotta capacità nell’offrire la stessa gamma di servizi erogati dagli istituti di credito tradizionali come, per esempio, concedere credito o fare investimenti, gli istituti di moneta elettronica e prestatori di servizi di pagamento necessitano di stringere accordi con gli istituti di credito tradizionali e, proprio per questo, il loro accesso presso le banche deve avvenire secondo base obiettiva e proporzionata, non discriminatoria, e deve inoltre essere sufficientemente ampio da consentire ai medesimi di fornire servizi di pagamento in maniera libera ed efficiente.
È importante sottolineare che in caso di rifiuto l’ente creditizio deve fornire motivazione all’autorità competente.
Dal momento che l’unica motivazione fornita da Bank of Valletta è la necessità di abbandonare i rapporti commerciali con istituti di pagamento di moneta elettronica, essa sta di fatto violando quanto stabilito dall’articolo 36.
Ogni domanda di accesso infatti deve essere analizzata in base a valutazione oggettiva di rischi di riciclaggio o in caso di contrasto con obiettivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza e non della categoria: utilizzare moneta elettronica non può costituire motivo di esclusione se sussistono gli altri requisiti.
È difficile non pensare a un tentativo di silurare quella che di fatto è una potenziale concorrenza.
Ma BOV non sembrerebbe nuova a questa pratica di “chiusura massiva” soprattutto se gli imprenditori non sono soggetti maltesi.
Tempistiche irragionevoli e potenziali danni
Nel chiudere i conti degli associati EMA, BOV ha concesso due mesi per trovare altri enti a cui appoggiarsi. Peccato che in linea generale servano circa sei mesi per ottenere l’accesso a un nuovo istituto di credito col quale non si abbia uno storico precedente.
Effetti catastrofici di per sé, inoltre occorre un preavviso di quindici giorni per chiudere carte di credito collegate al conto… con conseguente impatto su pagamenti operativi giornalieri.
Per finire, viene previsto un procedimento anti riciclaggio (CDD ovvero Customer Due Diligence) come condizione per il prelievo dei fondi.
Per quale motivo tale procedimento non è attuato all’attivazione dei conti, come ci si attenderebbe, bensì alla chiusura dei rapporti avvenuta in modo unilaterale?
Se detti conti sono ritenuti per qualche motivo rischiosi, non è negligenza verificarne la natura adesso?
Tentato il contatto con BNF Bank, Lombard Bank e Sparkasse dopo l’improvviso voltafaccia di BOV, le porte sono comunque rimaste chiuse.
Un rifiuto su scala nazionale, insomma.
I protagonisti
Il forte rifiuto degli istituti di credito maltesi ha ovviamente scatenato pronta reazione di EMA, che in una lettera indirizzata alla Banca Centrale di Malta rivendica ragione per forza di legge.
La lettera è stata infatti inviata alla Banca Centrale di Malta in quanto è lei stessa la responsabile dell’applicazione della direttiva PSD2 nei confronti di ogni singolo stato.
Sotto la sua egida, troviamo emittenti di moneta elettronica fornitori di servizi di pagamento “innovativi”.
Aziende leader nel settore dei pagamenti e dell’e-commerce in tutto il mondo, operanti su pagamenti online, prodotti basati su carte, buoni e canali di pagamento mobili.
Quando si parla di cryptovaluta si pensa spesso a chi guadagna o perde denaro utilizzando, ad esempio i BITCOIN, errando e confondendola con la moneta elettronica che invece effettua servizi prettamente bancari sotto una specifica direttiva finanziaria (2009/110/ce).