Nel pomeriggio di sabato a Ghadira Bay gli attivisti di Movimenti Graffitti e Youth for Palestine insieme all’Ambasciata dello Stato della Palestina a Malta hanno organizzato un’azione simbolica per chiedere un cessate il fuoco immediato contro il genocidio in corso a Gaza e la fine di 75 anni di colonizzazione israeliana della Palestina.
La location è stata scelta per simulare le fosse comuni che si trovano sul litorale della striscia di Gaza, un tempo parco giochi all’aperto per i più piccoli prima che si trasformasse in un «palcoscenico del sistematico massacro di donne, uomini e bambini palestinesi da parte dello Stato israeliano».
Negli ultimi quattro mesi, Israele ha bombardato ogni area del territorio di Gaza, innescando un’invasione di terra che ha massacrato ogni palestinese sotto tiro, bombardando scuole, ospedali, campi profughi, chiese e moschee che hanno portato al collasso i sistemi sanitari e umanitari e imponendo un assedio che impedisce ai sopravvissuti di recuperare i generi di prima necessità.
In numeri, gli attivisti hanno sottolineato come, dal 7 ottobre 2023 al 25 gennaio 2024, siano oltre 33.000 i palestinesi caduti sotto il fuoco di Israele nella Striscia di Gaza, il 60% dei quali erano donne e bambini, mentre il resto della popolazione è stata sfollata con la forza e lotta per sopravvivere in aree ristrette ed estremamente sovrappopolate.
«Lo sterminio dei palestinesi viene attuato mediante un blocco che impedisce l’ingresso di cibo, acqua pulita, medicine e aiuti essenziali nella zona di Gaza dove attualmente si muore di fame e di malattie» evidenzia il comunicato di Moviment Graffitti.
Ma, nonostante la decisione della Corte internazionale di giustizia circa le accuse di genocidio, Israele «prosegue il suo progetto di espellere i palestinesi dalla loro terra, lasciando in vita solo coloro che riescono a rimanere sotto una dura oppressione. La Cisgiordania e Gaza hanno sopportato decenni di occupazione illegale israeliana e di violenza da parte dei coloni, un sistema di apartheid, blocchi e ripetute aggressioni militari che hanno portato all’uccisione e al rapimento di decine di migliaia di palestinesi da parte di Israele».
Atrocità perpetuate e rese possibili grazie al sostegno militare, economico e politico fornito dagli Stati Uniti e da molti Paesi europei – evidenziano i manifestanti – proseguito anche quando Israele ha iniziato a commettere un genocidio in piena regola.
Non è mancata neanche la stoccata a Malta, rea di contraddirsi tra parole e fatti: «Purtroppo, notiamo che le dichiarazioni di solidarietà verso la Palestina da parte dei rappresentanti del governo maltese a livello locale non sempre coincidono con le loro azioni sulla scena internazionale».
Pertanto, gli attivisti hanno chiesto allo Stato insulare di sostenere il Sud Africa nella causa sul genocidio contro Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, oltre a una mobilitazione per far si che l’Unione Europea sanzioni Israele finchè continuerà a ignorare le misure imposte dai tribunali internazionali. A questo si aggiunge la richiesta della chiusura dello spazio aereo e marittimo al passaggio delle armi da guerra e una presa di posizione «netta e inequivocabile» all’interno delle istituzioni europee e internazionali per appoggiare la causa palestinese chiedendo la fine dell’occupazione israeliana a Gaza.