Respinta la richiesta di revisione della sentenza di ergastolo per il serial killer che commise quattro omicidi nel 1988.
Un cittadino tunisino, recluso a causa di quattro omicidi compiuti nel 1988, ha visto respinta la sua richiesta di revisione della sentenza. La richiesta di Ben Ali Wahid Ben Hassine è stata rifiutata una prima volta il mese scorso dalla Commissione per la libertà vigilata, che ha chiesto al detenuto e ai suoi legali di ripresentare la richiesta tra cinque anni. Il richiedente ha però presentato appello chiedendo alle Corti di considerare il caso con urgenza. Tuttavia anche questa richiesta è stata respinta lo scorso giovedì. Il giudice ha aggiunto che la corte deve prendere le proprie decisioni senza fretta né forzatura.
Ben Ali Wahid Ben Hassine venne condannato nel febbraio del 1992 assieme al connazionale Mohsen Bin Brahim Mosbah per l’omicidio di due tassisti e di altre due persone, un britannico e un francese. Quattro omicidi in una settimana, un fatto che sconvolse profondamente le isole maltesi.
I due uomini si dichiararono colpevoli dell’omicidio di James Reed a Ta’ Xbiex su uno yacht il 12 febbraio 1988 e di Alfred Cucciardi, un tassista, la stessa sera. Sei giorni dopo i due uccisero il tassista Alfred Darmanin e il turista francese Michel Levarlet. I due vennero condannati all’ergastolo, con la raccomandazione della Corte che Ben Hassine trascorresse dietro le sbarre un periodo di almeno 22 anni.
Ben Hassine ha già trascorso 25 anni dietro le sbarre del carcere di Corradino e, lo scorso novembre, ha visto, non senza polemiche, riconosciuto il diritto di avere una revisione della sua sentenza.
La Corte di Appello ha fatto un richiamo al legislatore perché provvedesse ad un meccanismo volto a ridurre le condanne all’ergastolo. La difesa, basandosi su altre sentenze europee in casi simili, ha motivato la richiesta spiegando che la mancanza di tale meccanismo è una violazione del diritto alla protezione dei diritti umani, che è garantito dalla Costituzione maltese.
Il Procuratore Generale ha spiegato che gli emendamenti al Reparative Justice Act erano in discussione in Parlamento, ma la Corte d’Appello presieduta dal presidente della corte suprema Silvio Camilleri e dai giudici Giannino Caruana Demajo e Noel Cuschieri, ha osservato che tali emendamenti non prevedono una eventuale riduzione di pena, ma a regolare una la libertà condizionata.
Nell’appello presentato alla Corte contro la decisione della commissione per la libertà vigilata, Ben Hassine ha sostenuto che la commissione è arrivata alla sua decisione violando i principi del diritto, in quanto a lui non era stata data l’opportunità di difendersi in modo opportuno.
Il giudice Joseph R. Micallef ha sentenziato che l’appello non è così urgente e che non ci sono rischi dalle conseguenze irrimediabili per il richiedente e quindi non vi è motivo per avere la precedenza su altri casi.