Ancora oggi per la legge maltese una donna che abortisce volontariamente rischia una pena detentiva da 18 mesi a tre anni.
Dal 2000 sono state tre le donne maltesi accusate di reato di aborto.
L’emergenza causata dal COVID-19 e l’impossibilità di andare in altri paesi ad abortire o di procurarsi all’estero la pillola del giorno dopo ha enfatizzato ulteriormente il problema.
Nel 2019 nel solo Regno Unito hanno praticato l’aborto circa 58 donne maltesi.
A Malta il tema del sesso e dell’aborto restano ancora un vero e proprio tabù, un paese dove i casi di HIV sono in continuo aumento, quando in molti altri paesi avanzati sono in diminuzione da tempo.
I nuovi gruppi di attivisti in favore dell’aborto a Malta nell’ultimo anno si son dati da fare, ma molti maltesi compreso il presidente di Malta George Vella restano fermamente contrari ad un cambio della legge.
Nonostante il governo maltese abbia dichiarato di cambiare la legge sull’aborto in più occasioni non è ancora stato fatto nulla di concreto.
Una legge ormai obsoleta, che punisce come criminale l’unico soggetto che secondo il mio parere ha diritto di parola su questo delicato tema, la donna.