Secondo uno studio dell’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere, circa 180 mila donne in tutta Europa sono esposte al rischio di mutilazioni genitali: si tratta di una ragazza su due tra quelle provenienti da paesi in cui ancora oggi è diffusa questa pratica.
La ricerca, svolta in sei Paesi UE quali Grecia, Italia, Cipro, Francia, Belgio e Malta, è stata presentata dalla presidente dell’Istituto, Jurgita Peciuriene, alla presenza del ministro maltese per l’eguaglianza di genere, Helena Dalli, e di Rebecca Muscat della Fondazione per i Diritti delle Donne.
Nonostante la pratica sia stata resa illegale a Malta nel 2014 in quanto violenza domestica, lo studio evidenzia come ragazze provenienti dall’area del Corno d’Africa in primis, ma anche da Nigeria, Egitto e Sierra Leone, siano tuttora esposte al rischio.
Come riporta il quotidiano Malta Today, l’alta incidenza è data in gran parte dalla scarsa consapevolezza sul tema tra le comunità coinvolte, motivo per cui si rende necessario agire maggiormente sul piano informativo piuttosto che su quello repressivo.
Il ministro maltese Helena Dalli ha ribadito l’impegno del governo in tale direzione e, sebbene non sia stato riscontrato alcun caso nell’arcipelago, ha voluto sottolineare come la pratica risulti illegale anche se commessa all’estero, e quindi perseguibile in nome del principio di extraterritorialità.