Una recente modifica alla normativa che concede ai locali di Valletta di tenere la musica alta fino a tarda notte ha scatenato la rabbia dei residenti, preoccupati che la situazione diventi invivibile.
Ma non è tutto. A rincarare la dose, nella giornata di lunedì 13 giugno, un nuovo avviso legale ha esteso i permessi già concessi ad altre due strade della capitale maltese, inglobando Archbishop Street e Saint Ursula Street, e mettendo così ulteriore benzina sul fuoco nelle case dei residenti della capitale che, nella stessa giornata, avevano organizzato una protesta davanti l’ufficio comunale.
Le tensioni sui volumi della musica e sulle condizioni di vivibilità nel cuore di Valletta sono nate all’inizio di questo mese, quando il governo ha concesso ai locali di alcune strade della capitale di ospitare musica all’aperto fino all’una di notte, mentre il precedente limite era fissato per le 23:00.
L’area delineata dal governo per la vita notturna di Valletta coinvolge Merchant Street, Old Bakery Street, Old Theatre Street, Republic Street, South Street, St Lucy Street, Strait Street, a cui ora si sono aggiunte, appunto, anche Archbishop Street e Saint Ursula Street.
I residenti delle zone in questione, preoccupati che la situazione possa precipitare rapidamente nel totale caos notturno, si sono mobilitati unendosi in una piccola organizzazione indipendente chiamata “Residenti Beltin”, che mira a porre l’attenzione sui diritti dei cittadini della capitale.
Nei giorni scorsi, il gruppo aveva commentato la situazione in una lettera aperta inviata al governo ed a tutte le autorità competenti: «Non tollereremo ulteriori leggi o scappatoie legalizzate che vadano contro i nostri diritti in qualità di residenti. Meritiamo di essere rispettati durante il giorno e durante la notte, la pace pubblica dovrebbe essere rispettata e onorata. Lasciate le aree residenziali per ciò che sono».
Sulla questione si è espresso anche il sindaco di Valletta, Alfred Zammit, che ha dichiarato al quotidiano Illum l’intenzione di chiedere delle modifiche ai permessi in vigore, provando a circoscrivere il loro effetto al solo fine settimana e mettendo a punto un efficace controllo di misurazione sugli effettivi volumi della musica suonata all’esterno.
Sempre nella giornata di lunedì, sono infine arrivati, ai microfoni del Times Of Malta, i commenti del ministro del Turismo Clayton Bartolo: «Possiamo sederci e continuare a discuterne, ma il fatto è che abbiamo avuto diversi turisti che hanno espresso il desiderio di uscire a bere qualcosa nella capitale dopo essere andati a mangiare fuori».
Sul difficile rapporto tra turismo e tutela dei residenti il ministro ha espresso la volontà di trovare il giusto compresso: «Quello che è certo è che Valletta non si trasformerà in Paceville o in qualche altra mecca dello spettacolo, non è qualcosa che tollereremo».
Stando a quanto ha dichiarato Bartolo, le parti dovrebbero ora essere al lavoro per trovare un compromesso che soddisfi le esigenze del mercato turistico, con quelle dei residenti della capitale.
Nel frattempo, martedì è insorta anche l’associazione dei costruttori, dichiarandosi totalmente contraria alle recenti modifiche introdotte alla normativa: «Malta Developers Association esprime la sua preoccupazione per un cambiamento nei regolamenti in base al quale l’orario consentito per riprodurre musica a Valletta viene esteso dalle 23:00 all’01:00. Tale modifica, apportata senza la necessaria consultazione, mina gli interessi sia dei residenti che degli investitori immobiliari».
Ed è con queste dichiarazioni, che anche la lobby dei costruttori maltesi si è unita al coro di numerosi residenti ed imprenditori locali, chiedendo l’immediata revoca delle nuove disposizioni introdotte solo nei giorni scorsi.