Robert Abela ha scritto (di nuovo) al Capo della Magistratura Mark Chetcuti sollecitando ancora una volta urgenti conclusioni sull’inchiesta magistrale avviata in seguito alla tragedia di Kordin che sette mesi fa costò la vita al ventenne JeanPaul Sofia.
Un’azione di riflesso al voto espresso dai deputati laburisti che ieri, in Parlamento, hanno detto definitivamente “no” all’apertura di un’inchiesta pubblica indipendente tanto voluta in primis dalla famiglia del giovane poichè, a differenza di quella magistrale, avrebbe consentito di fare luce pubblicamente non solo sui diretti responsabili del crollo dell’edificio, ma anche sui processi di assegnazione del suolo pubblico dove quel palazzo (crollato come neve al sole) era in costruzione, oltre ad eventuali falle nelle autorità e nelle istituzioni coinvolte nella vicenda, ed a vagliare le modalità con le quali sono state condotte finora le indagini.
Niente di tutto questo ci sarà. Per Abela ed il suo schieramento, infatti, la soluzione “giusta” ed “ideale” continua ad essere l’inchiesta condotta da un magistrato che si preoccuperà di identificare le responsabilità penali della vicenda.
Poco importa la rabbia e l’ennesimo dolore causato ai famigliari del povero JeanPaul Sofia che dallo scorso anno attendono verità, visto che sicuramente niente e nessuno potrà mai ridare indietro loro il figlio perso. Poco importa se un’intera nazione si è indignata davanti all’ennesima porta chiusa che suona inevitabilmente “sospetta” di fronte a questa necessità di “mettere filtri” nel percorso verso la giustizia, oltre ad una inspiegabile lentezza di una magistratura sollecitata già due volte nel giro di tre mesi.
Il Primo Ministro punta quindi tutto sulle pressioni a Chetcuti, racchiuse nella lettera inviatagli oggi, esclusivamente in lingua maltese, quindi traducibile con poca fedeltà in lingua italiana, soprattutto se ridotta ad immagine.
Ad ogni modo, Abela si è rivolto al Capo della Magistratura sollecitando il magistrato inquirente a concludere «il più rapidamente possibile» le indagini sulla morte di JeanPaul Sofia al fine di «inviare il chiaro messaggio che questi incidenti nella società non sono accettabili e che tutti devono rispondere delle loro azioni».
Il Primo Ministro ha inoltre evidenziato i ritardi accumulati dall’inchiesta che, secondo il codice penale, doveva essere chiusa entro 60 giorni, «ed è preoccupante per il governo e il Parlamento che, nonostante ciò, non vi sia alcuna chiara indicazione che all’inchiesta venga data priorità».
Abela ha poi dichiarato di «comprendere le esigenze del lavoro della magistratura», ma ha sottolineato che «in casi come questo c’è bisogno di maggiore sensibilità». La lettera si conclude con un ulteriore sollecito alla conclusione dell’inchiesta affinchè sia fatta giustizia «senza ulteriori indugi».