MOAS, la prima ONG che nel 2014 ha iniziato i salvataggi di persone migranti in mare, annuncia il suo ritorno nel Mediterraneo Centrale, insieme al partner Sea-Eye, per condurre operazioni di Ricerca e Soccorso (SAR), salvare vite e sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle tragedie umanitarie che si consumano alle porte dell’Europa.
MOAS opererà a bordo della nuova nave Sea-Eye 4 e fornirà personale, risorse, input strategici e competenze.
La Sea-Eye 4 è un’imbarcazione da rifornimento offshore (costruita nel 1972, lunga 55 m e larga 11 m) attualmente in fase di riconversione in Germania e sarà in grado di accogliere e assistere un numero più alto di persone rispetto alle precedenti imbarcazioni di Sea-Eye.
La missione MOAS/Sea-Eye avrà inizio a febbraio 2021 ed i piani operativi sono in corso di sviluppo.
Oltre 700 persone, dall’inizio del 2020, hanno perso la vita nel Mediterraneo (dati OIM), per questo MOAS e Sea-Eye hanno deciso di unire le forze, con l’intento di scongiurare nuove tragedie in mare connesse al fenomeno migratorio.
Quest’anno la pandemia di Covid19 ha causato un ulteriore deterioramento delle rotte di migrazione, dato che molti Paesi hanno chiuso le proprie frontiere e hanno negato il permesso di sbarco in un luogo sicuro alle persone migranti salvate.
Anche se non possiamo porre fine alle instabilità e ai conflitti che costringono le persone a lasciare il proprio Paese, abbiamo invece la possibilità di agire concretamente, fornendo assistenza a coloro che, spinti dalla disperazione, continuano a tentare la traversata del Mediterraneo.
Per sostenere le operazioni, MOAS lancia una campagna di raccolta fondi e fa appello alla società civile affinché dimostri solidarietà nei confronti di quanti rischiano la vita in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri cari.
“Possiamo dimostrare, insieme, che non restiamo indifferenti di fronte alle sofferenze altrui”.
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