Quest’estate 2024 verrà anche ricordata per la vittoria di Beatrice Njoya al concorso Miss Universo Malta. Ma quella che poteva essere una buona occasione per evidenziare il multiculturalismo di Malta, isola abitata e “finanziata” da un buon 20% di cittadini stranieri, ha invece portato alla luce per l’ennesima volta l’anima profondamente razzista di una parte dei maltesi.
Beatrice Njoya, 39 anni, è una modella professionista nata in Camerun, madre di 3 figli. Da quest’anno, infatti, nel regolamento del concorso è stato rimosso il limite d’età che era fissato a 29 anni, nonché l’obbligo di non essere madri.
È bene precisare che il regolamento del concorso già permetteva a chiunque risiede stabilmente in un Paese per più di sei mesi di rappresentarlo. Njoya non è infatti la prima non maltese a vincere questa prestigiosa competizione; nel 2019 a guadagnarsi il titolo di Miss Universo Malta fu Teresa Ruglin. Evidentemente la 23enne originaria del Venezuela per molti maltesi aveva dei lineamenti abbastanza mediterranei per essere accettata come loro rappresentante nel mondo.
Questo però non è accaduto per Beatrice Njoya; per molti abitanti dell’arcipelago maltese la tonalità della sua pelle tenderebbe troppo al colore che non fa parte dello spettro visibile. La sfortuna della bella e intelligente Beatrice sembra infatti quella di non avere un colore fra quelli dell’arcobaleno, il tanto amato simbolo di pace e di altri diritti di inclusività, come quelli LGBTQI+.
Praticamente tutti i post su Facebook, e non solo, che ritraggono Njoya sono costellati da commenti esplicitamente razzisti. Data la loro altissima percentuale rispetto al totale, per noi è stato facilissimo ritagliarne parecchi in sequenza. Ecco alcuni esempi: «Miss Africa», «Miss Mali not Miss Malti», c’è persino chi scrive «O mio dio sembra una giraffa», e non mancano ovviamente moltissime foto che potete giudicare voi stessi in questo nostro articolo.
Intervistata dopo la vittoria del concorso, la neo reginetta non ha certo evitato di parlare del colore della sua pelle, esprimendosi in modo intelligente e senza alcuna polemica. Quasi una risposta in anticipo agli innumerevoli commenti razzisti comparsi su molti media maltesi.
Ha infatti dichiarato: «È un onore rappresentare Malta come donna nera», «Sono nera, e chiamarmi così non è un insulto, perché è quello che la gente vede quando mi guarda».
In definitiva molti maltesi non hanno certo fatto fare una bella figura a Malta. Evidentemente riescono a essere di mente aperta e generosi nei confronti degli extracomunitari quando questi pagano 250 euro per un letto in case fetide, senza mobili e ammassati come dei conigli in gabbia.