Malta ha registrato il suo peggior risultato di sempre nell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International, scendendo di dieci posizioni e classificandosi al 65° posto su 180 Paesi e territori.
Il punteggio è crollato a 46 su 100 nell’edizione 2024 dell’indice, segnando per la prima volta una valutazione inferiore ai 50 punti da quando l’arcipelago è stato incluso nella pubblicazione nel 2012.
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Un declino costante dal 2015
L’Indice CPI misura la percezione della corruzione nel settore pubblico su una scala da zero (altamente corrotto) a 100 (molto trasparente). La media dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea è di 66 punti, con la Danimarca in testa alla classifica con 90 punti, mentre l’Ungheria (41) è il Paese dell’UE considerato più corrotto.
Il punteggio di Malta la colloca allo stesso livello di Kuwait, Montenegro e Romania, e dietro a Paesi come Arabia Saudita e Ruanda. A livello regionale, solo Bulgaria e Ungheria hanno fatto peggio.
Dal 2015, quando Malta ha raggiunto il suo miglior risultato con 60 punti e il 34° posto in classifica, il Paese ha registrato un calo progressivo nella lotta alla corruzione. L’unico miglioramento temporaneo si è verificato nel 2021, ma il trend negativo è ripreso rapidamente.
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Le cause del declino: il caso Vitals e le accuse contro ex funzionari pubblici
Uno dei fattori principali che ha inciso negativamente sul piazzamento di Malta è stato il procedimento giudiziario avviato nel 2024 contro l’ex Primo Ministro Joseph Muscat e diversi altri ex ministri e funzionari pubblici nell’ambito del “caso Vitals”.
L’accordo, ora annullato, ha comportato il pagamento di almeno 355 milioni di euro di soldi dei contribuenti alla Vitals Global Healthcare, un’azienda senza alcuna esperienza nel settore sanitario, e successivamente alla compagnia statunitense Steward Healthcare. Se fosse stato portato a termine per tutti i 30 anni previsti, il contratto avrebbe avuto un costo stimato di 4 miliardi di euro.
A tal proposito, Transparency International ha sottolineato che in diversi Paesi dell’UE vi è una corruzione sistemica negli appalti pubblici, con gravi lacune nei quadri normativi e una scarsa applicazione delle leggi. Il rapporto ha evidenziato che «funzionari di alto livello a Malta hanno abusato del loro potere per favorire interessi privati, mettendo a rischio la salute pubblica», facendo riferimento ai procedimenti penali contro gli ex funzionari di alto livello.
Reazioni politiche tra accuse e difese
L’eurodeputato del Partito Nazionalista David Casa ha definito il risultato «vergognoso», attribuendo la responsabilità al Primo Ministro Robert Abela. Secondo Casa, «ha difeso apertamente i corrotti, ha promesso di consolidare l’impunità per i criminali e ha attaccato chiunque abbia osato chiedere giustizia per i crimini del suo partito».
Il PN ha inoltre accusato Abela di voler indebolire la magistratura con una nuova legge sulle inchieste giudiziarie, che limiterebbe la possibilità per i cittadini di richiedere indagini indipendenti da parte dei magistrati. I parlamentari nazionalisti Claudette Buttigieg e Karol Aquilina hanno affermato che il governo laburista ha «distrutto la reputazione del Paese e creato un sistema di corruzione istituzionalizzata», con conseguenze negative per le famiglie e le imprese.
Il governo, tuttavia, ha minimizzato il rapporto, sostenendo che Malta continua a compiere passi avanti nella trasparenza e nella lotta alla corruzione.
Un problema globale in crescita
L’edizione 2024 dell’Indice CPI ha evidenziato che la media del punteggio per l’Europa occidentale e l’UE è generalmente diminuita per il secondo anno consecutivo, con cali significativi in Germania e Francia. Anche Paesi tradizionalmente considerati poco corrotti, come Norvegia e Svezia, hanno registrato i punteggi più bassi di sempre.
Transparency International ha inoltre messo in evidenza il legame tra corruzione e crisi climatica. Due terzi dei Paesi nel mondo hanno ottenuto un punteggio inferiore alla metà della scala dell’indice, segnalando che «la corruzione sta crescendo in scala e complessità, con enormi e potenzialmente devastanti implicazioni per l’azione globale sul clima».
Il presidente dell’Ente, François Valérian, ha avvertito che la corruzione è «una minaccia globale in evoluzione», che porta a «declino della democrazia, instabilità e violazioni dei diritti umani». Secondo Valérian, il rapporto 2024 mostra chiaramente che è necessario agire subito con misure concrete per combattere la corruzione a livello globale.
Futuro incerto
Il declino di Malta nell’Indice CPI riflette una crescente preoccupazione per la gestione della corruzione nel Paese che minano lo stato di diritto. L’apertura di procedimenti contro ex funzionari di alto livello indica che le istituzioni giudiziarie stanno affrontando i casi più gravi, ma il calo continuo del punteggio nel ranking internazionale suggerisce che rimane ancora molto da fare per ripristinare la fiducia nella trasparenza e nel buon governo.
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(cover: immagine di repertorio)
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