Malta ha definitivamente proibito «con effetto immediato» il commercio, la pubblicità e il consumo di una serie di prodotti contenenti HHC (esaidrocannabinolo), cannabinoide semisintetico venduto finora come alternativa legale al composto psicoattivo presente nella cannabis (tetraidrocannabinolo).
L’HHC rappresenta un rischio per la salute dei consumatori poiché, a differenza del THC, non è un derivato naturale della pianta di cannabis e risulta pericoloso per la salute degli utenti perchè non è stato sottoposto a test scientifici e opportune verifiche.
La decisione è stata annunciata lunedì dal segretario parlamentare per l’uguaglianza e le riforme, Rebecca Buttigieg, che nel corso della conferenza stampa ha spiegato come questa misura sia stata presa in collaborazione con il Ministero della Salute, attraverso l’avviso legale 238 del 2024.
I prodotti in questione contenenti HHC, spesso commercializzati sotto forma di dolci come lecca-lecca, caramelle e marshmallow, erano stati finora venduti liberamente in diversi negozi e tramite fattorini che consegnano cibo a domicilio, scelti come alternativa legale e ingannevole ai derivati dalla cannabis. Buttigieg ha sottolineato che la situazione si è evoluta rapidamente, destando particolare preoccupazione, poiché tali articoli erano confezionati in modo da attrarre anche i bambini.
La riforma del governo sull’uso responsabile della cannabis è stata seria e rigorosa, ha affermato il segretario parlamentare, e non verrà permesso a nessuno di approfittare di tali iniziative. «Continueremo a intervenire in situazioni come questa, perché ribadiamo la nostra posizione di assoluta contrarietà all’abuso di droghe. Questo intervento legale è stato intrapreso principalmente per rafforzare la tutela della salute pubblica» ha dichiarato Rebecca Buttigieg.
Joey Reno Vella, CEO dell’Autorità per l’Uso Responsabile della Cannabis (ARUC), ha chiarito che le associazioni autorizzate ARUC non erano coinvolte nella vendita dei suddetti prodotti ora bannati dal mercato né avevano legami con alcuni negozi che vendevano questi articoli. Vella ha spiegato che è stata la stessa autorità a promuoverne il divieto con un intervento legale e che l’ARUC resta vigile contro qualsiasi abuso che potrebbe minare l’obiettivo della riforma, ovvero responsabilizzare l’uso della cannabis attraverso una regolamentazione seria e una supervisione rigorosa delle associazioni autorizzate.