Malta sta vivendo una fase piuttosto “travagliata”, impegnata a fronteggiare scandali e indagini legati alla corruzione in diversi ambiti, che hanno spinto la Ong Repubblika a evidenziare l’importanza di intraprendere meccanismi efficaci per affrontare il problema, e che siano anche in grado di proteggere e risarcire le vittime del fenomeno.
L’organizzazione della società civile ha ricordato come, nel 2021, l’inchiesta pubblica sull’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia abbia evidenziato una cultura dell’impunità legata alla corruzione, facendo emergere la presenza di uno «Stato nello Stato», «in cui il vero potere era esercitato da coloro che facevano parte di un gruppo intenzionato a proteggere i propri interessi, agendo con un senso di impunità».
Da allora, le autorità non hanno intrapreso azioni concrete contro questo «governo ombra», consentendo ai responsabili, compreso l’assassino di Caruana Galizia, di godere dell’impunità.
Secondo la Ong, è quindi essenziale comprendere che nessuna lotta contro la corruzione risulterà efficace se non si lavora sul prevenire futuri abusi e sul garantire giustizia alle vittime. Giustizia che può essere raggiunta «solo se coloro che subiscono le conseguenze dei danni ricevono una forma di compensazione per le loro perdite».
L’obiettivo è quello di avere un Paese più “pulito”, giusto e sicuro, con un sistema legislativo aggiornato.
Il quadro normativo attuale dovrebbe inoltre colmare la carenza di difesa legale per i pazienti che ricevono cure inadeguate, per le imprese vittime della corruzione e per i cittadini in generale che “pagano” i danni del fenomeno quando si propaga su vasta scala, ovvero quando il governo non è stato in grado di contrastarlo (vedi accordo-truffa privatizzazione ospedali pubblici, vendita dei “passaporti d’oro” e questione Elecrtrogas).
Oltre a quanto dichiarato sinora, il documento intitolato “Le conseguenze della corruzione – Malta ha bisogno di leggi per risarcire le vittime della grande corruzione” presentato da Robert Aquilina, Presidente di Repubblika, e da Manuel Delia, Funzionario esecutivo della Ong, sottolinea la necessità di applicare i criteri stabiliti dalla comunità internazionale, allineandosi quindi ai principi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) a tutela dei diritti umani.
In particolare, la proposta evidenzia la necessità che le autorità maltesi si impegnino a fornire giustizia e sostegno alle vittime di corruzione in modo coerente con le linee guida internazionali garantendo:
- procedimenti giudiziari e condanne più efficaci per gli autori dei crimini, in modo coerente con le norme riconosciute a livello internazionale;
- misure che riducano il rischio di ripercussioni sulle categorie maggiormente svantaggiate, in particolare per bambini, donne e appartenenti a minoranze, identificando la mancanza di risorse e altri fattori di vulnerabilità;
- strategie che limitino la possibilità di danni reiterati rafforzando i servizi e il sostegno a chi è già stato vittima del fenomeno;
- trasparenza e coinvolgimento attivo delle vittime sul progresso delle indagini e sui procedimenti legali, in una collaborazione sinergica tra Stato e Repubblika che garantisca pieno accesso alle informazioni;
- avvio di campagne educative per informare il pubblico sulla corruzione e sui diritti delle vittime;
- solidi meccanismi per proteggere le vittime da ritorsioni o intimidazioni, garantendo che coloro che denunciano la corruzione siano al sicuro e possano agire senza timori;
- aggiornamento delle sanzioni per i reati di corruzione affinchè riflettano la gravità degli atti commessi, creando un efficace deterrente
- l’istituzione di un fondo dedicato, supportato anche da Repubblika, per sostenere le organizzazioni della società civile coinvolte nella lotta alla corruzione. Questo fondo dovrebbe finanziare progetti di monitoraggio, educazione e supporto alle vittime, creando un ecosistema che favorisce la responsabilità e la trasparenza.