Reporter senza frontiere ha sede a Parigi ed è in testa al panorama delle ONG internazionali che promuovono e difendono la libertà di informazione e di stampa. Ogni anno si occupa di stilare il World Press Freedom Index, classificando i vari Stati del mondo per libertà di stampa, di circolazione delle informazioni e di espressione mediatica.
Nel World Press Freedom Index 2020, Malta si colloca all’81° posto su 180 Paesi, acquistando la connotazione di “Stato problematico” quanto al mondo del giornalismo. L’isola ha perso 4 posti in classifica rispetto al World Press Freedom Index 2019, dopo essere precipitata di ben 30 posti nei due anni precedenti. La libertà di stampa a Malta ha subito una battuta d’arresto subito dopo l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia nell’ottobre 2017.
Il World Press Freedom Index 2020 vede sul podio i Paesi nordici (al primo posto Norvegia e a seguire Finlandia e Danimarca), mentre Malta si colloca addirittura al di sotto di Hong Kong e al di sopra di Kirghizistan e Haiti, lì dove i giornalisti sono i primi ad essere bersagliati durante le proteste nazionali.
«L’inchiesta sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia sta finalmente portando a dei progressi, anche se i giornalisti (a Malta) continuano a subire forti pressioni giudiziarie», scrive Reporter senza frontiere nel report generale sul World Press Freedom Index 2020.
Le sfide che i giornalisti che lavorano su Malta devono affrontare quotidianamente sono state documentate nei rapporti dei principali organismi europei, quali il Parlamento europeo e il Consiglio d’Europa. I giornalisti maltesi di ben sei aziende mediatiche hanno riferito alla Commissione per le libertà civili del Parlamento europeo di temere per la propria sicurezza e di operare in una cultura fatta di intimidazioni e minacce.
«Per tutto l’anno scorso i media non hanno fatto altro che ricevere minacce, con numerosi casi documentati di negazione dell’accesso alle informazioni o alle conferenze stampa, retorica tossica da parte di funzionari governativi, mancato riconoscimento di permessi stampa non statali e detenzione illegale di membri della stampa (compresa la stampa internazionale)», si legge nel rapporto su Malta di RSF.
Anche il quotidiano maltese “The Shift News” ha dato il proprio contributo nel documentare le pressioni che le varie testate giornalistiche subiscono a Malta, inclusi i tentativi di screditamento da parte di funzionari governativi volti ad occultare l’evidente corruzione ai vertici del governo.
«Non c’è mai stato un bisogno più urgente nel Paese di un giornalismo che dica la verità a chi detiene il potere, senza paura né benevolenza», scrive sul sito di “The Shift News” la fondatrice Caroline Muscat.