Malta rende le informazioni inaccessibili al pubblico e in particolare ai giornalisti? Questo interrogativo è stato sollevato dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, che attraverso due lettere inoltrate al Primo Ministro Robert Abela e al Presidente della Camera dei Rappresentanti Anglu Farrugia ha espresso preoccupazione per il rispetto della libertà di espressione nell’arcipelago.
Proprio nella corrispondenza diretta al Premier maltese, Mijatović ha manifestato inoltre rammarico per la mancanza di risultati significativi nell’assicurare alla giustizia gli assassini di Daphne Caruana Galizia sei anni dopo l’esplosione della sua vettura, invitando Abela a fornire maggiori informazioni sugli ultimi risvolti.
La tragica scomparsa della giornalista che ha dedicato la propria vita alla lotta contro la corruzione rievoca, inevitabilmente, il tema della libertà d’espressione, con la politica e attivista bosniaca che si è detta in possesso di diverse segnalazione che parlano di una continua riluttanza da parte del governo nel consentire l’accesso alle informazioni, contrariamente a quanto disposto dal Freedom of Information Act, commentando con questo inciso riportato dal ToM:
«Si tratta di un modello di segretezza ingiustificata all’interno delle istituzioni statali che nasconde informazioni che potrebbero essere di significativo interesse pubblico»
Secondo Dunja Mijatović, infatti, dalle parti di Valletta le autorità statali hanno contribuito allo sviluppo di una retorica negativa e un clima di ostilità nei confronti di giornalisti e media sfruttando talvolta le cosiddette cause legali vessatorie (SLAPP).
Il Commissario europeo ha spiegato come sia cruciale per Malta aprire la strada a nuove riforme dei media che sostituiscono le proposte originali del governo e avviare consultazioni inclusive e trasparenti per garantire – «l’adozione di una legislazione completa che garantisca una solida protezione a giornalisti e cittadini» – offrendo così leggi sulla libertà di stampa in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione e sulla tutela dei giornalisti.
Una considerazione che, già nel maggio del 2021, era stata sollevata dal Commissario per la protezione dei dati Ian Deguara mentre annunciava l’inizio dei ragionamenti sulla nuova riforma FOIA che, due anni dopo, risulta ancora ferma ai nastri di partenza dopo essersi scontrata col muro innalzato dagli enti governativi.
A tal proposito, proprio nella giornata di lunedì Robert Abela ha confermato come saranno presentate in consultazione le proposte di modifica delle leggi sui media come parte di un “White Paper“, a gran voce richiesto da giornalisti, editori, accademici e dall’Istituto dei giornalisti maltesi.
Durante la stessa occasione si è registrata la chiosa del Ministro della Giustizia, Jonathan Attard, che attraverso una lettera di risposta ha confermato come la legge FOI maltese offra la possibilità per coloro che si sono visti rigettare una richiesta di accesso di presentare ricorso e, in caso di mancato successo, di portare il caso al Tribunale per la protezione delle informazioni e dei dati o alla Corte d’appello.
Sempre Attard ha in seguito confermato come questa settimana, a seguito della decisione della Corte d’appello penale, potrebbe essere fissato il processo con giuria contro la presunta mente dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia assicurando come il governo continui a intraprendere gli sforzi necessari «per garantire la protezione e la sicurezza di giornalisti e professionisti dei media, tutelando la libertà di stampa in linea con gli standard internazionali sui diritti umani».
Destinatario di una delle due lettere firmate da Mijatović, Anglu Farrugia ha risposto alle preoccupazioni del Commissario confermando come le nuove proposte di riforma dei media siano attualmente al vaglio dei parlamentari, spiegando inoltre l’intenzione dell’opposizione di presentare una mozione per istituire un comitato che discuta le proposte di riforma dei media.