Diritti, rispetto e protezione LGBTIQ: Malta al primo posto in Europa per il sesto anno consecutivo.
Un riconoscimento importante per l’arcipelago che consolida il percorso di tutela nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer (quest’ultimo termine, che deriva dall’inglese, è riferito a chi rifiuta con forza le tradizionali identità di genere e a chi rifiuta le categorie dell’orientamento sessuale come gay, lesbica e bisessuale).
Questo dato si consolida con 94 punti, rispetto agli 89 dello scorso anno, nell’indice europeo MAP di ILGA (International Lesbian and Gay Association).
Esprime grande soddisfazione il primo ministro, Robert Abela, che evidenzia il costante intento di proseguire in tale direzione e migliorare i risultati nei prossimi anni.
Il rapporto è stato pubblicato i giorni scorsi proprio in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia.
Nello specifico è stato attribuito il massimo dei voti a Malta per quanto riguarda il riconoscimento giuridico di genere, l’integrità fisica, diritti alla famiglia, asilo: ha ottenuto inoltre 75 punti su 100 in materia di uguaglianza e non discriminazione.
Ci sono ancora passi in avanti da fare, invece, nell’ambito della salute, delle donazioni di sangue, e dei beni e dei servizi.
A tenere banco è lo spinoso confine tra diritto alla salute e obiezione di coscienza di alcuni medici.
Ma non solo.
L’ILGA, ad esempio, evidenzia che i servizi nazionali di screening della salute sessuale e la clinica del benessere di genere sono stati chiusi con l’inizio della pandemia, garantendo di nuovo i servizi soltanto nello scorso mese di giugno con inevitabili nonché numerosi appuntamenti arretrati.
Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda i malati di Hiv che non hanno avuto i farmaci a inizio dicembre, emergenza che sarebbe rientrata soltanto grazie alle forniture eccezionali provenienti da Portogallo e Regno Unito.
Malta, dunque, si gode per il sesto anno consecutivo questo primato.
Con la consapevolezza che ci sono all’orizzonte nuove sfide da affrontare e da vincere, cercando di rimuovere in primis le barriere che limitano il diritto alla salute e all’autonomia.